Parole clandestine: Clandestino in famiglia, clandestino nella società, clandestino nel mondo, il poeta, continua a concepire parole clandestine, per tutti i clandestini della terra. (Poesia di Amerigo Iannacone del 2009)
Dall’ultimo capitolo della sua autobiografia “C’Ero anch’io” (2017):In fondo, guardando indietro lungo il percorso della mia vita, devo dire che ci sono delle cose che ho fatto, alcune buone alcune meno buone, qualcuna cattiva (ma non l’ho fatto apposta). E mi sembra di dover fare ancora tante cose……………….Ecco : dove arriviamo piantiamo il cavicchio : che c’importa se poi magari saranno altri a trovare un cavicchio solitario piantato nel maggese.
Da IL FOGLIO VOLANTE (maggio 2017) articolo di Amerigo Iannacone “Strage d’anime“;<Una delle più gravi tragedie di questo scorcio di millennio, forse la più grave, è quella dei profughi che fuggono dalle guerre, dalla povertà, dalla fame e vengono a morire nel mare Nostrum. Un tragedia di fronte alla quale nessuno puo’ rimanere indifferente………………..Questa poesia non teme di schierarsi al fianco, vicino al cuore, degli ultimi, gli umiliati, gli offesi, i rifiutati, le cui vite vengono spente con un’indifferenza che fa rabbrividire. Tuttavia questa poesia ci fa affermare che fino a quando ci saranno poeti disposti a cantare la sofferenza, il dolore e la morte, e a riviverli in sé facendoli propri fino in fondo, in modo tale che la vita e l’umanità possano infine vincere in ciascuno di noi, non ci vergogneremo di essere umani.>
Le parole per Amerigo non sono mai state banali come confermano i versi delle sue poesie e i suoi scritti compresi quelli più recenti che arrivano a noi come un testimone lasciato nelle mani del tempo e delle nuove generazioni, come quel cavicchio piantato dai contadini nel terreno per segnare il punto limite del loro lavoro quotidiano e da cui riprendere il giorno dopo. Da tempo immemore ci univa una stima reciproca ed una sintonia culturale che non aveva bisogno di parole. Il 24 aprile in occasione di un evento dell’ANPI a Venafro sulla Liberazione mi ha raggiunto per consegnarmi personalmente la sua ultima pubblicazione “C’ero anch’io” apponendo una dedica che custodirò con affetto. La sua scomparsa priva la cultura molisana di uno dei suoi frammenti più preziosi ma la sua opera editoriale, i suoi scritti e le sue poesie, consegnano al futuro e alla storia il poeta venafrano.
Campobasso, 13 luglio 2017
Michele Petraroia