L’ANPI Basilicata sarà in piazza oggi a Matera, il 16 giugno a Melfi e nelle prossime settimane ovunque la rete di associazioni umanitarie, sindacali e antifasciste, promuoveranno iniziative pubbliche contro il razzismo. Mai più vittime innocenti negli Stati Uniti e mai più sfruttamento e riduzione in schiavitù di migranti in Italia. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non è stata abrogata. La Costituzione Italiana non è solo un pezzo di carta come ammoniva Piero Calamandrei. Le antichissime radici culturali delle popolazioni mediterranee non sono state strappate. Le vere scimmie dei tempi moderni sono gli ipocriti e gli indifferenti, chiusi nei propri egoismi e alieni da ogni anelito di umanità. Occorre un sussulto di indignazione per fermare la violenza e rimarcare che un uomo non è uno schiavo, non è una bestia e non è proprietà di alcun altro uomo. Le campagne lucane, pugliesi, campane o calabresi non possono essere una zona franca in cui vige la legge della giungla, ne si può pensare che spetti alle Forze di Polizia sconfiggere la piaga del razzismo, della xenofobia o dello sfruttamento indiscriminato di lavoratori. Su questi temi l’ANPI ha condiviso insieme ad ARCI, Unione degli Studenti, LIBERA contro le Mafie, Rete Studenti Medi e altre associazioni una proposta trasmessa a tutti i comuni lucani, ai 9 Ambiti Territoriali e alla Regione Basilicata, per raccordare le misure da intraprendere per contrastare la povertà causata dall’emergenza COVID, tutelare i migranti, aiutare le fasce meno abbienti e sostenere il diritto allo studio. La proposta tende a dar vita ad un gruppo di lavoro permanente costituito da Regione e dai n.9 Comuni capofila dei Piani Sociali di Zona, per monitorare gli effetti della crisi economica, individuare tramite i servizi sociali le famiglie in difficoltà e coordinare gli interventi tra le differenti misure europee, statali, regionali e locali. I morsi della crisi si avvertiranno drammaticamente nel prossimo autunno-inverno non appena termineranno ammortizzatori sociali, bonus, blocchi dei licenziamenti e sostegni al reddito per migliaia di persone. Unire le energie con saggezza e senso di responsabilità aiuterà le comunità, le famiglie e tutti coloro che si ritroveranno in difficoltà, a ricercare insieme la strada per uscire dalla crisi.
Melfi, 12 giugno 2020
Michele Petraroia
Premesso che
- è noto che la grave crisi sanitaria dovuta al COVID – 19 ha avuto un pesante impatto sul tessuto sociale delle nostre comunità, con l’acuirsi delle situazioni di disagio sociale già in atto e il contemporaneo affiorare di nuove emergenze dovute alle difficoltà nella ripresa di molte attività economiche;
- che la situazione venutasi a creare negli ultimi mesi ha determinato una maggiore esposizione al rischio di emarginazione sociale dei nuclei familiari lucani e di conseguenza è aumentata la richiesta di aiuto ai Comuni da parte degli stessi;
- che queste situazioni di disagio rischiano di compromettere la tenuta sociale delle nostre comunità;
Considerato
- il Comune è l’Ente Locale più vicino ai cittadini e, pertanto, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per coloro che si trovano in difficoltà, riuscendo a individuare risposte su misura rispetto ai bisogni anche per la capacità di collaborare con gli altri soggetti presenti sul territorio (Scuola, Parrocchia, Associazioni di volontariato, etc.)
- che la Regione Basilicata ha istituito con la L.R. n. 4 del 2007 la Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale stabilendo che i “Comuni sono titolari della programmazione, dell’attuazione e della valutazione a livello locale degli interventi sociali e, di concerto con le Aziende Sanitarie Locali, degli interventi socio-sanitari, nonché delle funzioni amministrative inerenti l’erogazione dei servizi e delle prestazioni della rete regionale integrata. Essi esercitano le funzioni e gestiscono gli interventi di propria competenza in forma associata con gli altri Comuni del medesimo Ambito Socio-Territoriale (…), e riconoscono la Conferenza Istituzionale dell’Ambito quale sede permanente di governo, concertazione e controllo, aperta alla partecipazione attiva dei cittadini, delle formazioni del terzo settore e delle organizzazioni sindacali”.
- che il Comune di Picerno è Comune Capofila dell’Ambito Sociale di Zona Marmo-Platano-Melandro;
- il ruolo di ANCI di tutela e di rappresentanza degli interessi dei Comuni anche nei rapporti con le altre istituzioni e amministrazioni;
Preso atto che
- in questo periodo di emergenza i bisogni sociali riscontrati a livello comunale e sovracomunale (Ambito territoriale del PSZ ed ANCI) riguardano principalmente le difficoltà economiche delle famiglie, il rischio di esclusione sociale per le fasce di popolazione particolarmente vulnerabili (anziani, disabili, migranti, etc.) e il rischio di discriminazione nell’accesso allo studio di minori appartenenti a famiglie disagiate;
Ritenuto che sia necessario
- mettere in rete il patrimonio di “conoscenza” – sia in termini di problemi che di metodi per farvi fronte – posseduto dai Comuni Capofila del Piano Sociale di Zona e dall’ANCI, al fine di una più efficace risoluzione delle problematiche sociali aggravatesi durante l’emergenza sanitaria da Coronavirus;
- scongiurare il pericolo di frammentazione degli interventi e la sovrapposizione degli stessi (comunali, regionali e nazionali);
- porre prioritariamente attenzione alla definizione di interventi coordinati in materia di politiche sociali, migranti e diritto allo studio;
Considerato, inoltre, che
- l’art. 112 del TUEL (D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000 e s.m.i.) assegna agli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, il compito di provvedere alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali;
Tutto ciò premesso, al fine di favorire la partecipazione dei soggetti più prossimi ai cittadini (Comuni Capofila dei PSZ e ANCI) ai processi decisionali che impattano sulla tenuta sociale delle nostre comunità,
IL CONSIGLIO COMUNALE
impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a produrre ogni utile sforzo per rendere più efficace e coordinato il sistema degli aiuti alle famiglie e alle persone a rischio di esclusione sociale, in particolare:
- farsi portavoce presso la Regione della necessità di un coordinamento delle politiche sociali sui territori regionali, al fine di superare la frammentazione degli interventi e la sovrapposizione degli stessi (comunali, regionali e nazionali);
- favorire l’istituzione di un Tavolo regionale permanente, finalizzato a contrastare l’emergenza sociale in atto, quale luogo di elezione per favorire il coordinamento sopra auspicato anche attraverso il coinvolgimento dei Comuni Capofila dei Piani Sociali di Zona e dell’ANCI;
- condividere prioritariamente interventi coordinati in materia di politiche sociali, migranti e diritto allo studio.