Alla cortese attenzione:
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
On. Dario Franceschini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
On. Maurizio Martina
Via XX Settembre, 20
00187 Roma
E p.c.
Ministro dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare
On. Gian Luca Galletti
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 Roma
Organizzazioni Professionali Agricole,
della Pesca, del Turismo e del Commercio
Oggetto: Decreto Legge n. 133 del 12.09.2014 (Sblocca Italia). D.P.R. n. 327/2001. Decreto Legislativo n. 387/2003. Tutela delle imprese agricole e del settore turistico.
Con la conversione in legge del Decreto “Sblocca Italia” entrano in vigore gli artt. 37 e 38 dello stesso provvedimento che estendono il disposto di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza previsto dal D.P.R. n. 327 dell’8.06.2001 anche alle opere connesse con l’approvvigionamento ed il trasporto di gas naturale, oltre che alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione idrocarburi.
Con tale innovazione legislativa si stabilisce una priorità nazionale che esautora le comunità locali da ogni possibilità di tutela dei propri territori al cospetto di imprese del settore energetico già tutelate dall’art. 12 del Decreto Legislativo n. 387 del 29.12.2003 per investimenti in impianti di produzione da energie rinnovabili (eolico, biomasse, idroelettrico e fotovoltaico). Non intendo in questa sede soffermarmi sulla ratio di tali norme, ma limitarmi a segnalare gli effetti che si determinano in negativo su una molteplicità di piccole imprese del settore agricolo, del commercio, del turismo e dell’artigianato locale. Nel momento in cui una legge nazionale stabilisce il primato dell’impresa di produzione di energia su ogni altra tipologia di attività economica si deve essere consapevoli delle penalizzazioni che ne conseguono per l’agricoltura, il territorio ed i servizi.
Onde portare un esempio concreto allego copia della Sentenza della Corte Costituzionale n. 308 dell’11.11.2011 con cui venne abrogata la legge n. 23 del 23.12.2010 della Regione Molise adottata a tutela dell’Area del Matese nella Valle del Tammaro in prossimità del sito archeologico di SAEPINUM – ALTILIA risalente al IV° secolo A.C.
Ebbene se l’art. 12 del Decreto Legislativo n. 387/2003 sancisce che l’interesse dell’impresa di produzione di energia viene prima dell’art. 9 della Costituzione che tutela il paesaggio e ignora l’interesse dei coltivatori diretti e delle attività artigianali, commerciali e turistiche che sarebbero danneggiate dalla realizzazione di quell’impianto, chi paga i danni alle comunità locali?
Se con lo “Sblocca Italia” si autorizzano le prospezioni di idrocarburi a largo della costa molisana o nelle vicinanze delle Isole Tremiti su cui insistono più richieste di autorizzazioni, chi risponde agli albergatori e agli operatori che perderanno fatturato, addetti ed opportunità?
Nel momento in cui si realizza un gasdotto che danneggia un coltivatore diretto che non potrà far valere le proprie ragioni, chi gli darà ristoro?
Ci sono impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che alterano l’ecosistema di un territorio vasto, causando un impatto che vanifica gli investimenti effettuati in alberghi, ristoranti, aziende biologiche, imprese zootecniche, commercializzazione di prodotti tipici, ecc., quale istituzione potrà accogliere le giuste istanze degli operatori economici penalizzati?
Pongo tali quesiti con l’auspicio che a fronte di una scelta fatta in favore delle attività di produzione, stoccaggio e distribuzione di energia, si rifletta a livello nazionale su come compensare la rete di micro – economia locale che salta, le case che perdono valore, l’ecosistema che cambia e sacrifici di più generazioni che vanno in fumo.
Con le norme dello “Sblocca Italia” che si sommano in negativo al D.P.R. n. 327/2001 e al Decreto Legislativo n. 387/2003 i territori perdono ogni possibilità di intervenire a tutela delle proprie comunità come attestano le sentenze della Corte Costituzionale che hanno abrogato la quasi totalità delle leggi regionali contro la proliferazione incontrollata di impianti eolici, fotovoltaici e a biomasse.
Serve una riflessione nazionale che eviti alle Regioni di trovarsi schiacciate tra le proteste delle comunità locali e le istanze di risarcimento delle imprese tutelate dalle menzionate norme di legge.
Il Molise rischia di essere invaso da 4 mila pale eoliche oltre a impianti fotovoltaici e a biomasse, ed è stretto nella morsa tra il veder devastato il proprio territorio, dalla concessione delle autorizzazioni, con forti penalizzazioni alla rete delle piccole imprese agricole e turistiche locali e l’obbligo di risarcire le aziende per somme tali da determinare penali per decine di milioni di euro.
Distinti saluti.
Campobasso, 6 novembre 2014
L’Assessore
Michele Petraroia
Corte costituzionale – sentenza 11 novembre 2011 n. 308pdf