Il meritorio e prolungato impegno dei volontari di LEGAMBIENTE ha permesso di trasformare nel tempo, un’intuizione in una proposta di sviluppo eco-compatibile attraverso la predisposizione di studi di fattibilità, elaborati progettuali, istruttorie tecniche ed iniziative legislative tese a realizzare il Parco Nazionale del Molise.
Ringrazio il Presidente Vittorio Cogliati Dezza per la bella lettera che ha inviato alle istituzioni e per aver sostenuto direttamente l’organizzazione degli Stati Generali del Matese dal 6/7 dicembre a Santa Maria del Molise.
Ho avuto modo di seguire il confronto sulle scelte strategiche di valorizzazione dell’area matesina ricordando con piacere la relazione di Giovanni Berlinguer a Bojano nella seconda metà degli anni ottanta ad un evento promosso dal PCI e partecipando attivamente all’iniziativa del Senatore Francesco Ferrante che nella scorsa legislatura presentò il disegno di legge per istituire il Parco Nazionale del Matese.
In questo arco temporale si è registrata una sostanziale indisponibilità delle comunità locali timorose per l’apposizione di vincoli aggiuntivi e non propense ad optare per un modello di sviluppo considerato troppo innovativo.
Le recenti mobilitazioni in difesa dell’ambiente segnano un apprezzabile inversione di rotta tanto è vero che un primo nucleo di amministrazioni comunali ha scelto con convinzione di aderire alla proposta istitutiva di un Ente Parco.
Onde evitare una strumentale contrapposizione con l’Intesa sul Lavoro del 7 agosto 2014 in cui i comuni, le province, le associazioni imprenditoriali, i sindacati e le associazioni hanno condiviso la richiesta al Governo di attivare le procedure per il riconoscimento dell’Area di Crisi nel Distretto Industriale Campochiaro – Bojano – Isernia – Venafro posto alle falde del Matese, è opportuno approfondire in termini tecnici i due percorsi che se ben pianificati sono perseguibili senza elidersi a vicenda.
Molte imprese industriali ubicate nei territori di Guardiaregia, Campochiaro, San Polo, Bojano, e di altri comuni del Matese, occupano centinaia di addetti e reggono una parte non marginale dell’economia locale.
Questa consapevolezza non deve tradursi in un alibi o in un ostacolo per impedire la realizzazione del Parco del Matese. Contestualmente però non si può ignorare lo stato dell’arte rispetto all’impatto di attività produttive esistenti che andrebbero rimodulate per le emissioni in atmosfera, per gli scarichi nel Biferno e per la conciliabilità con un territorio inserito per legge in un Ente Parco.
Gli studi tecnici approntati rappresentano un riferimento istruttorio importante per superare questo dualismo ma occorre proseguire il confronto con sessioni permanenti in cui con l’aiuto dell’Università, degli Ordini Professionali e degli esperti in materia, si individua una soluzione condivisa che permetta di far riavviare la filiera avicola, la filiera tessile e l’indotto industriale dell’auto, con la contestuale costituzione di un Parco del Matese che rappresenti un valore aggiunto per le comunità locali esaltando le potenzialità paesaggistiche, culturali, turistiche e agricole dell’area.
Campobasso, 6 dicembre 2014
Michele Petraroia
Lettera Presidente Nazionale Legambiente