Nello scorso mese di novembre, il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina in un evento promosso a Termoli in prossimità del Referendum Costituzionale del 4 dicembre ebbe a soffermarsi sulla crisi dello Zuccherificio e annunciò una serie di iniziative per il rilancio del sistema agroalimentare del Basso Molise di cui non si è avuto più alcun riscontro concreto. Sempre a Termoli ieri si è svolto un nuovo incontro sulle primarie del PD del 30 aprile e nuovamente sono stati effettuati degli annunci dal Ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti che auspichiamo non restino lettera morta come quelli del suo collega del Ministero dell’Agricoltura. A latere della manifestazione politica a sostegno di Matteo Renzi, gli organi di stampa si sono soffermati su una presunta verifica sullo stato di avanzamento del Patto per il Molise, con scadenze, crono programma, investimenti avviati, cantieri aperti e nuove opere pubbliche in rampa di lancio. Stante la sospensione non meglio motivata delle attività istituzionali del Consiglio Regionale, è problematico ipotizzare il rispetto dell’art. 16 dello Statuto della Regione Molise che attribuisce al Consiglio la potestà di approvare gli atti di programmazione amministrativa e le misure di pianificazione dello sviluppo regionale. Entrati in una dimensione dove gli obblighi statutari si interpretano e non si applicano, non mi arrendo alla possibilità che prima o poi, si possa discutere del Patto per il Molise in Consiglio Regionale con l’esposizione a carico della Giunta delle previsioni fatte, degli stanziamenti decisi e dello stato di avanzamento complessivo dello strumento di pianificazione finanziario più importante del periodo 2014-2020. In tale circostanza, nella sede istituzionale preposta dovranno essere evidenziate le scelte, i tempi di realizzazione, le ricadute occupazionali e la connessione dei singoli interventi con la strategia di sviluppo complessiva della Regione Molise. Dalle scarne dichiarazioni rilasciate dal Ministro del Mezzogiorno non sono emerse novità di particolare interesse, nessun cenno al perché il Governo non sia intervenuto per preservare la filiera bieticola-saccarifera e l’unico stabilimento produttivo del Centro-Sud, nessun riferimento a quando si aprirà il cantiere per 150 milioni di euro del raddoppio ferroviario Termoli – Lesina deliberato recentemente dal CIPE dietro pressione della Puglia, e nessun cenno agli interventi urgenti da assumere sul pericoloso movimento franoso in agro di Petacciato che minaccia l’autostrada A14, la linea ferroviaria adriatica e la Statale 16, che sono infrastrutture nazionali e non regionali. Sarebbe stato interessante capire se nei progetti del Governo si persegue la realizzazione della terza corsia autostradale anche nel tratto Ancona – Foggia, se si vuole investire in un sistema capace di unire le potenzialità dei porti di Pescara, Ortona, Vasto, Termoli e Manfredonia potenziando la logistica in raccordo con gli aeroporti più vicini per migliorare i collegamenti coi corridoi europei che guardano ai Balcani. C’è o no un’idea del Governo di puntare sulla direttrice si sviluppo che corre lungo l’asse ionico-adriatico e che punta ad Est per massimizzare i ritorni tra l’Italia e aree che hanno una crescita del PIL molto più elevata della nostra ?
Campobasso, 21 marzo 2017
Michele Petraroia