ORDINE DEL GIORNO
L’Assemblea Regionale del Partito Democratico riunita ad Isernia il 9 gennaio 2016 preso atto della necessità di vincere le sfide del cambiamento, dello sviluppo e della tenuta del sistema di tutela dei diritti e di protezione sociale garantite dalla Costituzione, fermo restando il ruolo degli Organi Statutari del Partito, elegge un Comitato di Coordinamento composto dalla Delegazione Parlamentare, dal Presidente della Giunta Regionale, dai Sindaci di Campobasso, Isernia e Termoli qualora iscritti al PD, dagli Assessori e Consiglieri Regionali del PD, dai Segretari di Federazione e dal Presidente del PD, affidando rispettivamente al Segretario Regionale e al Responsabile Organizzativo Regionale le funzioni di convocazione, raccordo e attività operativa da prevedersi a cadenza settimanale.
A tale Comitato di Coordinamento viene demandata la definizione delle linee strategiche di carattere programmatico – progettuale, le scelte politiche ed il raccordo tra il partito ed i rappresentanti eletti ai diversi livelli istituzionali (Parlamento, Regione, Provincia, Comuni).
In una fase molto delicata per l’Italia, il Mezzogiorno e in particolare per il Molise, l’Assemblea Regionale del PD assume la ricchezza del pluralismo congressuale, e valorizza il ruolo delle diverse sensibilità e/o aree tematiche presenti nel partito, all’interno di un percorso di responsabilità, di cooperazione e di impegno unitario a ricercare una sintesi condivisa per completare le riforme strutturali segnando la discontinuità con il passato e per consolidare la ripresa economica e sociale già avviata incardinandola su equità, coesione e solidarietà.
09 gennaio 2016
Nicola Palombo
Coordinatore Regionale SinistraDem
Assemblea Nazionale Partito Democratico
Relazione di Nicola Palombo al Coordinamento Regionale di SinistraDem del 9 gennaio 2016.
E’ una riunione importante. Per il merito delle cose che andremo a trattare. Lo è altrettanto per il metodo di lavoro che già in qualche modo abbiamo tracciato, ma che oggi contribuiremo a definire maggiormente per il prosieguo dell’attività politica della SinistraDem Molise.
Un ringraziamento particolare va all’amica Marcella Marcelli, non solo perché ci aiuterà oggi nelle nostre riflessioni, ma ancora di più perché con il suo lavoro nella SinistraDem Nazionale al fianco del Presidente Gianni Cuperlo, è sempre molto attenta alle necessità e ai bisogni dei territori e del nostro in particolare.
Cercherò di parlare il giusto, perché nella marea dei temi che andrebbero affrontati, voglio indicarvi quelli che ritengo prioritari in questa determinata fase politico-istituzionale.
Cercherò di parlare il giusto per non togliere spazio ai vostri interventi, perché penso che nel nostro partito ci debbano essere ancora dei luoghi dove l’ascolto e il confronto siano elementi che caratterizzino la comunità. Proverò per questo a dividere le cose che voglio dirvi in tre aree:
dove si trova il Governo regionale, qual è il ruolo del partito all’interno del quadro che abbiamo dinanzi e dove vogliamo andare.
Ora già sulla prima riflessione ci sarebbe molto da dire, ma per brevità, per non perdere di vista l’obiettivo generale all’interno di particolarismi che pure sono importanti e perché sono sicuro che ci saranno interventi che implementeranno con maggior dovizia di informazioni questo punto, per queste ragioni, toccherò per punti e per spot questa prima area tematica.
Per ciò che concerne la prima riflessione. Innanzitutto voglio guardare il percorso del Governo Regionale in relazione al punto di partenza e alle condizioni al contorno (cicli macroeconomici, politiche comunitarie, politiche nazionali, ecc…).
Il Governo regionale ha intrapreso il suo percorso dopo 12 anni di politiche che sostanzialmente si prefiggevano, sul solco del berlusconismo in salsa molisana, di gestire la cosa pubblica come fosse un’azienda privata, sotto il segno dell’efficienza e dello snellimento burocratico.
Queste ricette hanno prodotto come unico risultato quello di avere una regione con i conti in disordine, con una macchina amministrativa più lenta a causa dell’elevato livello di clientelismo,
con un livello di diseguaglianza sociale ed economica crescente, con tutti gli indicatori macroeconomici in diminuzione (uno su tutti il livello di occupazione e in particolare quello giovanile), un sistema sanitario al collasso e commissariato, un uso scellerato delle risorse per la ricostruzione post sisma, con uno stato sociale smembrato, così come il livello di democrazia generale.
È necessario per noi tutti ricordare il punto di partenza. Senza di esso, la descrizione del percorso perderebbe inevitabilmente di senso. Nell’elaborazione del quadro generale dobbiamo aggiungere quelle che pocanzi denominavo le condizioni al contorno. Qui ci sono spazi vastissimi per l’analisi. Non basterebbero decine di incontri come questo per raccontare le dinamiche dominanti di carattere globale che per forza di cose hanno inciso e caratterizzato lo spirito del nostro tempo. Mi limito a considerarne due. A mio modo di vedere le più determinanti. La più grande crisi economica dal dopoguerra e l’avvento delle politiche di rigore nell’eurozona con la supremazia dell’economia e della finanza sulla politica.
Dico questo non per fornire facili alibi al Governo regionale. Lungi da me cercare di nascondere sotto il tappeto le cose che non vanno o i punti di criticità a cui, invece, dobbiamo riuscire a trovare una soluzione. Però sono sicuro che eludere dai nostri ragionamenti i due elementi di cui facevo cenno prima,
significa non leggere la realtà in modo corretto, e quindi avventurarsi in ragionamenti e soluzioni che quando va bene si stagliano sul solco del populismo e dell’impraticabilità.
Questo perché la crisi economica ha cambiato tutto. Il modo di vedere le cose, il modo con cui ci approcciano agli altri, persino il lessico che utilizziamo. L’austerità e la tecnocrazia europea, ha di fatto aggravato la situazione. La combinazione di questi due fattori ha messo in ginocchio anche amministrazioni e paesi che potevano contare su strutture economiche e sociali ben più forti della nostra.
Ve la dico così. Se devi attraversare un lungo e rigido inverno devi essere in forma, devi essere attrezzato e probabilmente avrai bisogno di un aumento di risorse. Anche così attraverseresti un momento di difficoltà, ma avresti comunque le capacità materiali e la lucidità per oltrepassare l’ostacolo senza mettere in pericolo la tua vita.
Se invece, devi affrontare lo stesso rigido inverno, ma sei già malconcio e in più vedi diminuire la tua dotazione personale di risorse, sarà evidentemente molto più difficile e complicato superare l’ostacolo. Ebbene il Governo regionale ha iniziato il suo percorso nel 2013 con una struttura economica e sociale fortemente compromessa in una fase storica di forte crisi economica che nonostante ciò, l’economia intendo, ha il primato sulla politica.
Tuttavia, con impegno, serietà e, questo possiamo riconoscerlo tutti, con tanta caparbietà, si sono raggiunti molti risultati. Molte cose sono da fare, alcune non hanno trovato il loro completamento, ma si sono raggiunti tanti risultati. In alcuni casi anche insperati.
È stato effettuato un grande lavoro di razionalizzazione delle risorse e snellimento della macchina pubblica:
dalla diminuzione dei dirigenti, al rispettato del patto di stabilità, al rispetto del limite massimo dell’indebitamento, alla riduzione della spesa per il personale e dei tempi di approvazione dei rendiconti economici.
Sulla spinosa questione della Sanità, è stato fatto un duro lavoro per ottenere la fuoriuscita dalla fase di commissariamento, fatto indispensabile per poter attuare la riorganizzazione dell’offerta sanitaria regionale.
Siamo stati la prima regione a vedersi approvato il Piano di Sviluppo Rurale. Si è riusciti ad intervenire sul sostegno al reddito di centinaia di lavoratori investiti dalle innumerevoli crisi aziendali, spesso figlie di gestioni politiche passate quantomeno discutibili.
La Regione ha lavorato sinergicamente con Roma per attuare le politiche dell’accoglienza, per gestire una fase emergenziale complicata e troppo spesso strumentalizzata. E ancora, i provvedimenti presi in tema di inclusione sociale e lotta alla povertà. Sono aumentati gli occupati nelle fasce critiche grazie alle politiche attive del lavoro, penso alla garanzia giovani, al servizio civile, ai molteplici bandi della nuova programmazione 2020 attivati in modo puntuale e tempestivo. Il grande risultato del riconoscimento dell’area di crisi nel distretto produttivo Isernia-Bojano-Venafro. Riconoscimento che porterà un aumento di risorse, utili a risolvere le tante crisi che attanagliano un territorio strategico per l’economia regionale. Riconoscimento arrivato grazie al lavoro di tanti attori:
il presidente della giunta, la delegazione parlamentare, le parti sociali, ma che tutti noi sappiamo aver visto come sicuro protagonista l’assessore al lavoro Petraroia, nostro rappresentante nell’esecutivo regionale.
Per quanto detto, penso che dobbiamo ribadire il nostro appoggio a tutto l’esecutivo regionale.
Appoggio sincero, serio e se sarà necessario critico, anche aspro, ma fatto della voglia e della capacità di chi questo territorio lo vuole migliorare con il solo fine di anteporre il bene collettivo a quello delle parti.
Al Vice Presidente della Giunta, a Michele, diciamo a gran voce che apprezziamo il gesto di rimettere nelle mani del Partito il suo mandato.
Lo apprezziamo perché fa parte di una visione culturale e valoriale della politica di cui abbiamo spesso l’aspirazione di essere portatori.
Allo stesso tempo però diciamo che siamo convinti dell’importanza che il suo contributo ha all’interno del centrosinistra molisano, del partito democratico e del Governo di questa regione.
Per tali ragioni siamo i primi sostenitori all’interno del PD di una sua riconferma.
Su questa base è possibile rispondere alla seconda domanda. Qual’è il ruolo del PD all’interno del quadro politico regionale. Guardate nel porre questa domanda, e nel cercare insieme a voi una risposta, non parlo tanto del fatto che il Pd esprime il Governo della Regione, della Provincia di Isernia, del Comune di Campobasso, Termoli, ecc…
Della parte amministrativa del processo politico abbiamo in parte parlato prima. Io voglio fermarmi con voi un passo prima. Voglio soffermarmi sulla funzione basica dei partiti all’interno dei sistemi democratici, cioè sulla loro funzione di essere i portatori delle istanze delle masse all’interno dei processi decisionali. Storicamente è stato questo il ruolo dei partiti di massa, questo è stato il motivo sostanziale della loro esistenza e del loro funzionamento.
E per questo che oggi ci riuniamo. Gruppi di persone che condividono dei valori, una storia e degli ideali,si mettono insieme, si organizzano in una struttura, affinché possano modificare i rapporti di forza con altri gruppi, affinché possano vedere riconosciuti i propri diritti e soprattutto affinché possano trovare uno spazio di confronto, dialogo e di espressione del proprio pensiero. In relazione a queste brevi considerazioni,mi esprimo sul ruolo del partito all’interno del quadro generale.
Troppo piccola e troppo poco appassionante la dialettica sulle nomine, o su alcune scelte amministrative. Certo si dovrà discutere anche di ciò, ma non solo di ciò. Si dovranno affrontare questi temi, ma dopo aver risolto il tema più grande di avere un partito che discute negli organi predisposti le grandi scelte strategiche di medio-lungo termine, un partito che superi la fase congressuale e dia la possibilità ad ogni suo delegato di esprimere un dissenso,
un partito che abbia la forza di creare una classe dirigente competente e che poi punti su di essa, un partito che sia rappresentativo della società, che crei ponti con le parti sociali, con il mondo del volontariato e dell’associazionismo impegnato, che serva alla società.
Per questi motivi siamo disponibili a lavorare per un Pd plurale, laico, riformista, che sia il baricentro del centrosinistra molisano, lo ripeto che sia il baricentro del centrosinistra molisano, aggiungo già dalle prossime amministrative, architrave dell’agenda di Governo della coalizione, che rispetti le formazioni civiche e il loro ruolo politico, ma che non sia equiparato a quest’ultimi sia a Campobasso quanto sui territori, perché ve lo dico in maniera molto semplice e diretta:
non possono e non devono essere la stessa cosa.
Per queste stesse ragioni trovo inammissibili i comportamenti di chi da tempo ha come unico obiettivo la paralisi del partito, o che lega il funzionamento di questo (ossia il mezzo) al raggiungimento di determinati obiettivi. Peccato che quest’ultimi potranno essere raggiunti in maniera condivisa solo se lo strumento che hai per l’appunto bloccato, fosse funzionante al pieno delle sue possibilità.
Come SinistraDem Molise lavoreremo affinché ci sia al più presto una direzione regionale del Partito Democratico.
Prima ancora proponiamo di costituire una sessione di confronto nel PD in cui coinvolgere sistematicamente: il Presidente della Giunta, la delegazione parlamentare, i consiglieri regionali, il Segretario Regionale o membri della segreteria, i segretari delle Federazioni insieme ai Sindaci di Campobasso, Termoli ed Isernia qualora fossero iscritti al partito.
In questo coordinamento si potrà da subito discutere e cercare le soluzioni più giuste per le situazioni irrisolte.
Sul dove vogliamo andare come partito e come sinistra centra quel lavoro di metodo di cui parlavo all’inizio, alla capacità che avremo di trovarci più spesso, di condividere di più, di partecipare maggiormente, di confrontarci con frequenza maggiore
e soprattutto di strutturarci in maniera più diffusa e capillare.
Penso al lavoro duro, ma indispensabile che dobbiamo fare per rilanciare la “mission” del Pd e della SinistraDem. Un percorso di sintesi tra la ricchezza delle pluralità culturali. Un percorso di costruzione di ponti con pezzi della sinistra sociale, politica e sindacale che troppo spesso trascuriamo.
Un percorso di salvaguardia dei beni comuni (penso alle lotte che dobbiamo portare avanti contro le trivellazioni petrolifere al largo delle Tremiti).
Un percorso di coltivazione di un campo aperto, largo, inclusivo, ma con soggetti dello stesso lato della barricata.
Perché si, secondo me esiste una barricata, che non dovremmo valicare mai. Che segna il confine di due visioni diverse del mondo.
Per una delle due abbiamo scelto di impegnarci, di sporcarci le mani molto prima di prendere la tessera del partito e di partecipare ad assemblee come quella di oggi.
Chiudo citando Gianni. Mi sembra bello e giusto farlo. La frase l’ha pronunciata di recente in un’occasione del tutto differente da questa di oggi, ma altrettanto importante, forse anche di più. Potrebbe sembrare fuori contesto, ma non lo è. Anzi ci invita più che mai a riflettere. “Abbiamo da costruire molto, sopra tutti e sopra tutto il resto, ma con lo sguardo sempre rivolto a tutti e a tutto il resto”. Grazie!
Nicola Palombo
Coordinatore Regionale SinistraDem
Assemblea Nazionale Partito Democratico