Alla cortese attenzione
Presidente Associazione
Industriali del Molise
Enrico COLAVITA
86100 – CAMPOBASSO
p.c. CGIL-CISL-UIL MOLISE
86100 – CAMPOBASSO
Oggetto: Prospettive di sviluppo del Molise Interno. Nota.
Ho letto con attenzione i riferimenti contenuti in un recente comunicato sull’attività di concertazione condotta dal Partenariato Economico e Sociale nella seconda metà degli anni novanta e forieri di importanti atti di Programmazione. Il Forum degli Interessi avviato nel 1995 seppe coinvolgere prima gli Ordini Professionali, le Confederazioni Sindacali, e le Organizzazioni Imprenditoriali, e successivamente le due Province, poco meno di 80 Comuni, le due Camere di Commercio, due Consorzi Industriali, il CISI – Sviluppo Italia di Campochiaro, l’Università e diversi altri interlocutori. Nel triennio 1996-99 il Molise per la prima volta nella sua storia riusciva a innovare gli strumenti della pianificazione seguendo le indicazioni del Ministero della Coesione e dell’Unione Europa che indicavano nella concertazione dal basso le nuove metodologie da praticare. Il lavoro di progettazione vide operare insieme i rappresentanti delle imprese, dei lavoratori e del mondo professionale, con risultati significativi sia in termini culturali e di democrazia partecipata, e sia per gli obiettivi che si conseguirono. Il Patto Territoriale Europeo del Matese ottenne un finanziamento di 100 miliardi di lire, collocandosi tra i primi in Europa per qualità e contenuti, tanto è vero che come coordinamento venimmo chiamati a illustrarne metodo e merito prima in Germania a Brema ad un evento della DG 5, ovvero la Divisione Lavoro della Commissione Europea, poi a Bruxelles ad un seminario promosso dalla CSE – Confederazione dei Sindacati Europei, e quindi a Trani ad un incontro in cui l’allora Ministro Vincenzo Visco ci inserì tra i primi quattro poli d’eccellenza della programmazione dal basso del Mezzogiorno. A seguire il 29 giugno del 1999 a valle della prima crisi della SAM di Bojano, siglammo col Governo D’Alema il Contratto d’Area del Molise Interno con 240 miliardi di lire di finanziamenti. In pratica con i due strumenti di Programmazione riuscimmo a far affluire in Molise 340 miliardi di lire, pari a 170 milioni di euro, più della somma che l’Unione Europea ha attribuito alla nostra Regione col POR 2014-2020 tra Fondo Sociale (47 milioni) e Fondo di Sviluppo Regionale (102 milioni). In quel periodo si posero le basi per ripensare lo sviluppo produttivo valorizzando l’asse Venafro – Trivento, puntando al completamento della Fresilia per collegare Bojano e Frosolone più agevolmente con Vasto, e prefigurando il superamento dell’isolamento del Medio-Molise sia attraverso i collegamenti stradali per Roma, Benevento-Napoli e per Foggia-Bari, e sia prevedendo la modernizzazione della rete ferroviaria molisana. Uno degli obiettivi di sviluppo individuati dal Patto Territoriale era la valorizzazione del Matese con la realizzazione di un Parco Nazionale insieme ad una serie di interventi che hanno consentito negli anni successivi di migliorare l’offerta e la ricettività turistica promuovendo i borghi e le risorse locali.
Quella stagione di cooperazione tra Partenariato Economico e Sociale, Regione, Enti Locali e Governo, terminò con la doppia affermazione a Roma e in Molise della coalizione del centrodestra che portò al Governo Berlusconi e Iorio. La concertazione venne sostituita dall’accentramento di funzioni, poteri e strategie nelle mani dell’Esecutivo, si investì nella rottura sindacale e nelle formule malsane della legge obiettivo e dei progetti di finanza con una serie di annunci e pochi risultati concreti. Anche gli strumenti di gestione del Patto Territoriale del Matese e del Contratto d’Area del Molise Interno subirono una mutazione smarrendo ogni ruolo di confronto tra parti sociali, in favore di una gestione autoreferenziale delle attività. Conosciamo cosa è accaduto nel decennio successivo, e sappiamo che aver accentrato il potere in poche mani ha penalizzato lo sviluppo della regione. Nel 2013 il Molise aveva accumulato poco meno di un miliardo di euro di debiti, si trovava con la sanità commissariata, e le principali aziende fallite, ITTIERRE, GAM e ZUCCHERIFICIO, con il Parco Scientifico e Tecnologico non decollato, le infrastrutture al palo, ricostruzione post-sisma non completata, e uno sfilacciamento dei rapporti tra imprese, sindacati e istituzioni avvelenato dalla più grave crisi economica regionale dal dopoguerra. Nel 2018 la politica è ancora più debole e divisa, il sindacato è coinvolto in un processo di unione interregionale con l’Abruzzo, l’Associazione Industriali senza più la FIAT, l’ITR, la GAM, lo Zuccherificio e un terzo di imprese edili in meno, non ha più la stessa forza, la criminalità organizzata è sempre più pervasiva ed è ripreso un fenomeno migratorio di giovani e famiglie verso altri territori nazionali ed esteri. Per rendere più comprensibile lo stato dell’arte allego il link del Documento Economico e Finanziario 2018-2020 approvato in Consiglio Regionale il 16 gennaio scorso con soli due interventi in Aula e senza alcun confronto serio col Partenariato Economico e Sociale, gli Ordini Professionali, l’Università e gli Enti Locali. Basta scorrere le 150 pagine del DEF per acquisire che ci si trova al cospetto di un documento contabile ordinario, inadeguato e privo di una visione di futuro per le prospettive di sviluppo del Molise. In un contesto simile la notizia di un ipotetico completamento dell’elettrificazione del tratto ferroviario Campobasso – Roma è sicuramente positiva, ma la stagione della Programmazione Strategica dal basso è stata altra cosa, con contenuti, pratiche, scelte e metodi che si muovevano in altra maniera. Se oggi ci fosse stato anche un simulacro di quel periodo non ci saremmo potuti trovare con un DEF 2018-2020 monco, grigio e privo di slancio in cui manca il collegamento con la tratta ferroviaria veloce Napoli-Bari, non è prevista l’alternativa alla Bifernina né per aggirare il Liscione sul lato Guardialfiera e né per completare il raccordo dalla Fondovalle del Tappino alle Piane di Larino incrociando i progetti del Sannio Beneventano e dell’Alta Daunia. La stagione elettorale non potrà che accentuare la polverizzazione della rappresentanza politica, imprenditoriale e sociale, con asprezze e veleni che renderanno improbo ogni tentativo di approcciare la risoluzione dei problemi aperti con quello spirito di condivisione e di unità d’intenti praticato con successo nel triennio 1996-99.
Distinti saluti
Campobasso, 19 gennaio 2018
Michele Petraroia
defr_2018_2020