Aderire nel 2020 all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in taluni suscita ilarità, per altri è perfettamente inutile, molti non nascondono di non conoscere l’ANPI, e tra loro in tanti ritengono il fascismo un fatto storico chiuso con la fine della Seconda Guerra Mondiale. In generale nel nostro Paese si è fatta strada l’idea che non sussiste più alcun rischio di destabilizzazione eversiva, e di conseguenza non occorre adoperarsi quotidianamente a tutela della Costituzione. Una diffusa indifferenza verso i valori dell’antifascismo non aiuta a contrastare la xenofobia, la negazione dei diritti umani, la recrudescenza del razzismo e l’accentuarsi di episodi di intolleranza, discriminazione e purtroppo in alcuni casi di aggressioni e violenza. La foto di un Parlamento in cui il 25 Aprile scorso poco meno della metà dell’emiciclo ha ritenuto di non alzarsi alla cerimonia ufficiale della Liberazione Nazionale dal nazifascismo, lascia perplessi. E’ facile contrapporre gli ultimi ai penultimi, istigare all’odio, prendersela con i poveri, fomentare l’egoismo degli evasori fiscali e schierarsi coi furbi più che con gli onesti che rispettano la legge, pagano le tasse e fanno il proprio dovere. I prodromi di ciò che accade oggi vennero percepiti limpidamente dai Partigiani ancora in vita agli inizi di questo Terzo Millennio, tant’è vero che scelsero di aprire l’ANPI anche a chi non aveva combattuto per liberare l’Italia, al fine di CUSTODIRE la MEMORIA di tanti giovani che non esitarono a morire pur di abbattere la tirannia. Coinvolgere le nuove generazioni nella conoscenza, promozione e diffusione dei valori sanciti nella COSTITUZIONE, lottando ogni giorno e in qualsiasi luogo d’Italia per farli attuare. E’ questa la missione dell’ANPI avviata nell’ultimi decennio anche in Basilicata. Partendo da questo presupposto la nostra Associazione ha condiviso con l’Unione e la Rete degli Studenti, l’ARCI e con i volontari di LIBERA contro le mafie, una serie di iniziative sul territorio per porsi al servizio dei più deboli, degli ultimi e di chi soffre oltremisura i contraccolpi della crisi COVID. Se si vuole far vivere la Costituzione non è sufficiente un comunicato stampa, un post su facebook o sventolarla sul divano come fosse un totem. Al contrario bisogna adoperarsi con responsabilità e concretezza perchè nessuno venga abbandonato a sè stesso, battendosi perchè siano le Istituzioni tutte, europee, nazionali, regionali e comunali, a monitorare attraverso i servizi sociali i casi di difficoltà, individuarli e segnalarli agli Ambiti Territoriali di Zona perchè nel prossimo inverno quel crollo del 10% del Prodotto Interno Lordo annuo non si trasformi un ecatombe per chi non ce la fa. La proposta è nata leggendo i dati della CARITAS del Vulture-Melfese che già ad aprile riportavano che rispetto allo stesso periodo del 2019 i casi di necessità impellenti erano cresciuti dell’85%. Da li sono state avviate le sollecitazioni recepite dal Comune di Melfi per apportare una variazione al Bilancio 2020 recuperando 300 mila euro da destinare al contrasto alla povertà. Al bando pubblico in una città con meno di 20 mila abitanti e in cui è presente un nucleo industriale che occupa 10 mila addetti solo tra FIAT-FCA e indotto, a fine giugno si contavano 600 domande per accedere a questo aiuto, tant’è vero che il Comune con un ulteriore intervento ha meritoriamente incrementato a 515 mila euro lo stanziamento. Quello che è stato deliberato a Melfi può essere deliberato in ogni Comune lucano e in Regione, riorientando le scelte verso il contrasto alla povertà, il diritto allo studio e la tutela dei migranti. Il cittadino travolto dalla crisi deve poter far affidamento sulle Istituzioni, per questo spetta ai n.9 Ambiti Territoriali di Zona monitorare attraverso i servizi sociali i casi problematici, comune per comune, ricondurli e rappresentarli in una cabina di regia coordinata dal Presidente della Regione col compito di raccordare il flusso di risorse europee, statali, regionali e locali. L’auspicio dell’ANPI è che altre amministrazioni vadano ad aggiungersi a quelle di Lauria, Picerno, Rionero in Vulture e Melfi e che lo stesso Consiglio Regionale approvi un deliberato in tal senso. La povertà non è una colpa e il 10% di calo del PIL equivale a 250 miliardi di euro nel solo 2020. Se non si interviene con tempestività ed efficacia, e ci si trastulla fomentando la rabbia sociale, sarà arduo evitare nel prossimo inverno contraccolpi sulla tenuta del nostro sistema istituzionale. Essere antifascisti comporta il dovere di contribuire alla ricerca di soluzioni operative avanzando e condividendo proposte con la più ampia rete sociale, culturale e amministrativa possibile. A chi cerca di dar fuoco ad una sede sindacale, a quanti sono finiti sotto le macerie finanziarie del COVID e a tutti coloro che vivono in una situazione idrammatica, bisogna assicurare delle risposte, se si hanno a cuore le sorti di quelle famiglie. Accanto a queste attività segnalo l’avvio di un progetto di ricerca con alcuni Atenei, istituti Storici e Fondazioni del Mezzogiorno, per far convergere presso l’Università degli Studi della Basilicata delle attività tese a rilanciare la predisposizione di saggi, pubblicazioni e materiali multimediali sul contributo offerto dal Sud alla lotta di liberazione dal nazifascismo. Su questo versante non mancano i lavori come quello in via di ultimazione che riporterà alla luce la storia di un magistrato lucano assassinato dai nazifascisti in Liguria a poche settimane dal 25 aprile, o come la ricerca sugli internati militari di Accettura condotta dall’Anpi di Bologna o su quelli di Picerno trattati in una tesi di laurea alla cattedra di storia egregiamente diretta del Prof. Donato Verrastro. Il progressivo radicamento dell’ANPI Basilicata a Picerno, Brienza, in Val d’Agri e a Roccanova – Senise – Sant’Arcangelo è un buon segno, così come il consolidamento delle sezioni di Potenza, Matera, Lavello, Melfi, Rionero in Vulture, Lauria e Avigliano – Lagopesole, ma è indispensabile moltiplicare gli sforzi per estendersi in modo capillare sul territorio. I progetti didattici sulla Costituzione nelle scuole ed il coinvolgimento dei giovani sono due obiettivi irrinunciabili, così come l’ampliamento del Coordinamento Regionale Antifascista Lucano riunito in assemblea per la prima volta il 22 febbraio a Lavello alla presenza di 34 associazioni, movimenti, partiti e sindacati. Al cospetto di vilipendio a monumenti, scritte antisemite, aggressioni omofobe, scelte istituzionali opinabili e di molteplici episodi che a partire dalle scuole superiori lucane vedono in difficoltà le liste antifasciste, occorre reagire energicamente volta per volta, e caso per caso, ma la migliore risposta è nella promozione e tutela della Costituzione e quindi nel consolidamento di una rete istituzionale, sociale e culturale, che si ispiri alla libertà e alla democrazia.
Melfi, 21 luglio 2020
Michele Petraroia
Coordinatore Anpi Basilicata