Alla cortese attenzione
Silverio Pirraglia
Segreteria Regionale PSI
Caro Silverio,
ho particolarmente apprezzato la tua lettera aperta, sia per i contenuti, e sia perché proviene da un compagno socialista che ha svolto la funzione di Segretario Generale Confederale della UIL Molise.
Con i tempi che corrono non è facile incrociare compagni che conoscono la storia del movimento operaio. Alcuni di loro hanno smarrito la bussola, e non sanno più distinguere la cultura politica e sindacale della sinistra, con i populismi dei movimenti o delle destre reazionarie.
Come sai, furono i lavoratori ad organizzare prima il sindacato nel 1860, poi il movimento cooperativo nel 1876, e quindi il Partito Socialista nel 1892, per avere più forza contrattuale e non essere succubi e subalterni.
Diritti nel lavoro e diritti politici sono andati di pari passo in Italia con un secolo di lotte sociali che hanno costruito norme di tutela e di protezione all’interno delle imprese e nella società.
Furono i lavoratori a scioperare nel 1943/45 nell’Italia occupata dai nazisti e tanti di loro pagarono con il confino, con il carcere o con la vita la propria adesione alla Resistenza Antifascista.
L’art. 1 della Costituzione scaturisce da questa storia sindacale e politica, così come la conquista dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori del 20 maggio 1970 ottenuta grazie alle lotte operaie e alla proposta dell’indimenticabile Ministro socialista Giacomo Brodolini che non riuscì a vederla perché un tumore lo stroncò l’11 luglio del 1969 a Zurigo.
Per chi proviene dal mondo del lavoro l’impegno in politica è una semplice prosecuzione in sede istituzionale dell’attività di tutela delle fasce popolari più deboli, dei lavoratori e dei ceti sociali meno abbienti.
Non appena si rompe il rapporto con quella parte di società la politica perde di senso e si riduce a posizionamento tattico individuale privo di significato collettivo e privo di valore ideale.
Per questo ritengo necessario sostenere ogni percorso politico che ricostruisce il legame tra rappresentanza sociale e rappresentanza istituzionale, perché solo se i lavoratori tornano ad unirsi ed organizzarsi nei partiti di sinistra e nel sindacato, si potrà fermare lo smantellamento del Contratto Nazionale e del Welfare – State (Sanità, Scuola, Previdenza e Assistenza Sociale).
Come ho avuto modo di dire a Gianni Cuperlo nell’Assemblea Nazionale di SinistraDem – Campo Aperto, svoltasi a Bologna il 25 giugno scorso, per me che vengo dalla CGIL, non è neutro che il PD si schieri contro l’ANPI per le modifiche alla Costituzione e si colloca contro il sindacato per il Jobs Act e la controriforma della scuola.
Se il mio mondo di riferimento si contrappone al PD non ha senso persistere in un impegno politico all’interno di un partito che pratica scelte di destra contro il lavoro, contro i servizi pubblici essenziali, contro il Mezzogiorno, e contro la storia e la cultura della sinistra italiana a partire dall’antifascismo.
Sono perfettamente consapevole che a sinistra del PD oggi c’è divisione, frammentazione, conflittualità e in qualche caso anche settarismo ideologico inconcludente. Ma se non si ricostruisce un campo socialista, progressista e laburista, capace di rappresentare ed organizzare sul piano politico il lavoro, rischiamo di morire da democristiani all’opposizione del futuro Governo dei grillini.
Campobasso, 30 giugno 2016
Michele Petraroia
lettera a Michele Petraroia da Silverio Pirraglia