LA BELLEZZA DELLA CARITAS ABBRACCIA L’ULTIMO COMPAGNO DI NICOLA CRAPSI!!!
Nicola Crapsi, uno dei più bravi dirigenti sindacali e politici del Mezzogiorno, frettolosamente accantonato in Molise per aver dedicato la vita agli ultimi anzichè ai forti, è stato raggiunto, in qualche luogo dell’infinito, da Antonio, suo compagno e collaboratore nelle lotte in CGIL e nel PCI tra la fine degli anni cinquanta ed il 1963, venuto a mancare il 14 luglio in una data non casuale per chiunque abbia sognato e perseguito gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Oggi pomeriggio alle 17.00 a Castiglion Messer Marino, grazie ai volontari della CARITAS Diocesana di TRIVENTO e alla generosità di Don Vincenzo Lalli, si terranno le esequie di un uomo nato a Casalnuovo, nella Daunia che fin da giovane scelse di affiancare Nicola Crapsi trasferendosi a Campobasso e lottando per i diritti dei braccianti e degli operai. Antonio in una lettera recente ricostruì l’aspra battaglia politica che si consumò nel PCI per definire le candidature in parlamento del 1963 e chiarì, qualora ce ne fosse stato bisogno, la limpidezza di una scelta che portò all’elezione del primo deputato comunista della storia. Lui era lì con la sua passione e una rara competenza, che indusse il PCI, dopo l’improvvisa ed inaspettata morte di Nicola Crapsi avvenuta il 23 settembre 1965, a chiamarlo a TORINO per organizzare le migliaia di meridionali delle periferie e battersi per i loro diritti fuori e dentro le fabbriche. In quegli anni per chi arrivava dal Sud servivano case, scuole serali, lavoro, diritti e rispetto. Non era facile capirsi tra siciliani, campani, calabresi, sardi o pugliesi, e men che meno unirsi e organizzarsi per agevolare l’integrazione delle famiglie in una Torino arroccata e poco propensa ad accogliere una sterminata massa di diseredati. Per 15 anni Antonio, nato sul Fortore, cresciuto politicamente in Molise, e arrivato al Nord senza master universitari, si è dedicato a questa missione di umanità e fratellanza, ponendosi al servizio dei progetti di unità di classe, solidarietà e inclusione promossi dal PCI e dalla CGIL. Terminata quell’esperienza rientrò a Campobasso dove trovò una comunità trasformata, una città in crescita e un progresso scaturito essenzialmente dall’istituzione della Regione, dall’arrivo sul territorio della FIAT, dello Zuccherificio e dell’Arena, e da migliaia di addetti dell’edilizia che costruivano case, scuole, strade, ospedali e dighe. Il Mondo che aveva lasciato era scomparso ma lui con diligenza e in modo diverso proseguì con riservatezza e tenacia a fare la sua parte. Gli ultimi anni non gli hanno risparmiato dolori e amarezze, temperate grazie al senso di umanità e alla bellezza dell’opera della CARITAS di Trivento. Da una delle più antiche Camere del Lavoro del Sud, aperta a Melfi già nel 1900, dico grazie a Don Vincenzo, Don Gino, Don Mauro e Don Alberto, e ricordo che la storia, quella vera, nasce dall’impegno di uomini semplici e tenaci come Antonio.
Melfi, 15 luglio 2020
Michele Petraroia