42.953 vittime, più di un milione di contagiati, 3 mila ricoverati in terapia intensiva e 30 mila pazienti in malattie infettive, con gli esperti che prefigurano il picco della seconda ondata della pandemia tra il 27 novembre ed il 6 dicembre. In Basilicata così come nel resto d’Italia il sistema di tracciamento è saltato, la medicina territoriale è in forte sofferenza e gli ospedali non reggono l’urto di un afflusso di malati nei Pronto Soccorso che mette a dura prova il personale sanitario. In questi frangenti è facile smarrirsi, perdere la lucidità, arroccarsi, dividersi e scontrarsi in un cupio dissolvi di tutti contro tutti che accentua la drammaticità della fase e allontana la soluzione dei problemi. Nessuno dispone di protocolli standard per gestire una pandemia di queste proporzioni, non esistono ricette risolutive e l’unica certezza con cui bisogna fare i conti è che serviranno almeno 6/9 mesi per disporre della distribuzione diffusa di vaccini e di farmaci più efficaci. Poichè è inimmaginabile proseguire in una ridda tra Governo, Regioni e Comuni, o tra tutela della salute e diritto a sopravvivere, andare a scuola e lavorare, occorre recuperare un approccio generale costruttivo, responsabile, unitario e condiviso. Per superare la pandemia è indispensabile agire insieme, cooperare lealmente tra Istituzioni, coinvolgere le parti sociali, sostenere lo sforzo immane dei Medici e degli Operatori Sanitari, dare priorità all’individuazione di soluzioni condivise per alleggerire la pressione sugli ospedali, accelerare l’uso di test rapidi, e proteggere le persone più esposte ed i pazienti più a rischio. Occorrono proposte sagge e buonsenso recuperando buone pratiche già sperimentate con successo in altre regioni. La guerra al COVID o la si vince insieme, unendo energie, competenze e proposte, o la perderà l’Italia tutta, non questo o quel territorio, gruppo, schieramento o settore produttivo. L’auspicio di queste ore tormentate, nel mentre i bollettini giornalieri trasformano la morte delle persone in un arido elenco di numeri, è che ciascuno comprenda che ci salva tutti insieme e non da soli. Ciò non annulla la responsabilità di chi è chiamato a evitare nuovi errori come quello che si paventa in una recente circolare della Direzione dell’Azienda Ospedaliera Regionale sui ricoveri di malati COVID in ospedali lucani dotati di Pronto Soccorso. Nulla da eccepire sulla buona fede di chi è animato dalla volontà di far alleggerire la pressione sul San Carlo o sul Madonna delle Grazie dove gli operatori sono allo stremo, ma giustamente il Ministro Speranza il 26 marzo scorso dopo i tragici fatti di alcuni ospedali lombardi assunse un provvedimento in cui sanciva di non tenere nelle stesse strutture ospedaliere non attrezzate, malati Covid con altri malati. La strada da seguire è quella illustrata nell’intervista al TG 3 Basilicata di questa mattina dal Direttore Generale Ernesto Esposito su centri, residenze e ospedali dedicati esclusivamente a pazienti Covid salvaguardando i malati per altre patologie e gli operatori sanitari. Si attui questa soluzione prima che il virus produca nuovi contagi.
Potenza, 12 novembre 2020
Michele Petraroia