Il Coordinamento Regionale della SINISTRADEM – CAMPO APERTO ha incontrato sabato 7 maggio, presso la sede del PD in Via Ferrari a Campobasso, la Segretaria del partito Micaela Fanelli, i componenti della segreteria Gianni Di Vita e Matteo Patavino, il segretario dei Giovani Democratici Renato Freda e altri esponenti del PD.
Dopo l’ampia ed articolata introduzione della segretaria Fanelli, che ha rilanciato l’appello già trasmesso agli organi di informazione nella data simbolica del 1° Maggio, c’è stata la mia relazione, che allego per dovere di sintesi, in cui ho posto le tre questioni dirimenti di questa fase politica e cioè il tema della democrazia e della Costituzione, quello Sociale e del Lavoro, e da ultimo, ma non ultimo, quello del ruolo dei partiti e dei soggetti collettivi della rappresentanza politico – istituzionale. A seguire si sono registrati numerosi interventi che hanno rimarcato unanimemente la necessità di rilanciare i valori, gli ideali e la cultura della sinistra in Italia e in Molise.
Il No alla riforma della Costituzione deve avere pieno e totale diritto di cittadinanza nel PD, con la possibilità di agire politicamente a sostegno delle proprie tesi rispettando un’impostazione pluralista di un partito che non può trasformarsi in uno strumento di potere del Premier – Segretario, come evidenzia brillantemente l’ex Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante in un’intervista rilasciata oggi su uno dei principali quotidiani nazionali.
La sovranità popolare non può essere piegata con la pessima legge elettorale dell’Italicum alle alchimie di ristretti nuclei di persone a livello nazionale offrendo la possibilità ad una minoranza di andare al Governo e decidere, senza contrappesi ogni scelta, ivi compreso un nuovo mutamento della stessa Carta Costituzionale.
Le questioni sociali e del lavoro non possono essere derubricate dal centrosinistra italiano e dal PD con provvedimenti come il Jobs Act, la legge Fornero sulle pensioni e le norme sulla buona scuola.
Non si può attuare una politica fiscale a vantaggio dei ricchi con la detassazione sulle case di lusso e tagliare i fondi alla sanità, al mezzogiorno, alle aree interne e alle politiche sociali.
Il tema della partecipazione popolare nella vita politica, il funzionamento dei partiti, il ruolo del PD e le alleanze a destra, che sostituiscono anche nelle prossime elezioni amministrative del 5 giugno le forze politiche di sinistra, non è una questione neutra rispetto al progetto del Partito della Nazione che marginalizza in un angolo buio la storia della sinistra italiana e la cultura di solidarietà, uguaglianza e giustizia sociale del movimento operaio, del mondo ambientalista e delle associazioni pacifiste.
Su queste tematiche SINISTRADEM – CAMPO APERTO del Molise continuerà ad adoperarsi attraverso nuovi incontri territoriali tesi ad ascoltare e raccordare le diverse posizioni di tanti militanti ed iscritti. E sulle stesse questioni ci saranno ulteriori occasioni di approfondimento con la segretaria regionale e gli organi dirigenti del partito e del centrosinistra.
Montenero di Bisaccia, 10 maggio 2016
Nicola Palombo
Coordinatore SinistraDem Molise
Assemblea Nazionale PD
Intervento Palombo alla riunione PD Molise – SinistraDem Molise del 7 maggio 2016.
Grazie Micaela,
un ringraziamento di cuore a nome mio e della SinistraDem Molise, alla donna, per l’umanità che hai inteso esprimere con parole piene di significati profondi, sia oggi, sia nella lettera che ci hai inviato e a cui prontamente abbiamo dato riscontro.
Grazie (anche) al Segretario del PD Molise, per la voglia di confronto che stai dimostrando, per l’attenzione e l’accuratezza politica delle tue riflessioni, ma soprattutto, e cercherò di spiegare il perché all’interno di un ragionamento ampio, grazie per il coraggio che in un momento difficile come questo, hai mostrato in alcuni passaggi chiave: sappi che per noi non sono per nulla scontati e tantomeno banali.
Questo innanzitutto mi sento di dire all’inizio del mio intervento, perché è un modo per riaffermare come il rispetto per le persone deve venire sempre prima di tutto, anche delle differenze di vedute e quindi di pensiero, perché è un modo per dire che in un Partito plurale come il nostro, i ruoli politici e i risultati congressuali vanno rispettati e riconosciuti anche quando non si condividono visioni strategiche e linee politiche.
Alla luce di ciò, questi primi ringraziamenti sono tutt’altro che circostanza ed educazione, bensì diventano la manifestazione di un carico valoriale e di correttezza che penso vada riconosciuto da subito, non tanto a me e Michele Petraroia, quanto alle compagne e ai compagni della SinistraDem Molise.
Bisogna riconoscere ciò per il contributo critico, composto, pacato, ma puntuale, che loro con la militanza e l’impegno hanno portato all’interno del Partito Democratico, pur non svendendo mai, come aimè troppo spesso accade oggi, principi e valori fondanti e fondativi del nostro essere, in nome di una modernità che non riesce quasi mai a coniugare riformismo e progressismo con la Sinistra.
Da questo voglio partire nell’affrontare questo confronto, ce lo siamo detti Micaela, sincero e schietto, anche duro, ma perdonami se insisto, unico strumento utile per animare il dibattito e scuotere le coscienze.
E allora, prima di entrare nel vivo, prima di affrontare brevemente le questioni di merito, permettetemi di sottolineare qualche altra cosa che ritengo fondamentale per il prosieguo. Nessuno di noi vuole abbandonare il Partito Democratico per vederlo implodere sotto i colpi del populismo e dei nuovi integralismi di Destra, per noi restano quelli i pericoli da combattere, con tutto il nostro coraggio, con tutta la nostra intelligenza, con tutta la nostra forza, tanto per citare qualcuno che di lotta politica ne capiva.
Restano loro gli avversari, in un mondo che come non mai sta mostrando i limiti di un modello che partorisce diseguaglianze, discriminazioni e povertà.
Basti pensare alle grandi sfide che abbiamo di fronte. Il terrorismo, la gestione dei flussi umani, i tanti fronti di guerra, e ancora la questione climatica e dei cambiamenti ambientali, le irrisolte questioni sociali e della piena occupazione.
Temi che ci riguardano sempre più da vicino, per i quali abbiamo scelto di unirci per combattere la nostra battaglia, e lo abbiamo fatto nel segno di una visione, di un pensiero bellissimo che parla di solidarietà, di uguaglianza, di libertà, di democrazia e di partecipazione: tutte cose che dalle nostre parti chiamiamo Sinistra.
Ci siamo uniti con altre sensibilità culturali, politiche e storiche, affinché si superassero i limiti stantii del dualismo novecentesco.
Lo abbiamo fatto pensando che ognuno di noi avesse piena cittadinanza in un Partito che abbiamo avuto l’utopia di definire già nel nome Democratico; lo abbiamo fatto perché convinti che le sfide che ho nominato prima si potessero affrontare solo con lo sguardo degli ultimi e dei bisognosi.
Per queste ragioni, nessuno di noi ha come obiettivo quello di abbandonare il campo, di giocare a perdere. Per questo dico da subito che alle prossime amministrative sosterremo il PD e i suoi candidati, in ogni posto dove sono presenti in modo chiaro e riconoscibile. Questo il segnale forte che abbiamo inteso dare alla giornata di oggi, venendo qui, anteponendo al percorso che come SinistraDem stiamo compiendo, e che vi anticipo già da ora proseguirà in un appuntamento che stiamo immaginando per sabato prossimo, a cui voglio invitare tutti voi presenti, ebbene, dicevo, anteponendo alle nostre riflessioni, il confronto con il resto del Partito Democratico, in quella casa che abbiamo contribuito a costruire, e che è anche casa nostra. Lo dico avendo ben presente il peso di ciò che dico, soprattutto in un momento, che non ho paura a definire di svolta epocale, per quello che è e sarà la nostra storia, per quello che è e sarà la storia della Sinistra in Italia. A tutto questo però bisogna aggiungere, per essere onesti tra di noi e con la storia, altre riflessioni.
Sento la necessità di raffigurare l’altra metà del quadro, in una rappresentazione che se fatta così, per quanto mi riguarda, sarebbe vera a metà.
Troppi sono stati i momenti in cui il PD non ha fatto quello per cui è stato creato. Troppe le situazioni in cui alcuni di noi sono stati in difficoltà a manifestare pienamente e con fierezza la propria militanza. Non tanto o comunque non in maniera principale nelle singole scelte. In quelle noi della SinistraDem ci siamo approcciati sempre in modo costruttivo. Abbiamo evidenziato quanto di buono fatto, sia a livello nazionale sulle politiche di immigrazione o la lotta alle politiche economiche di austerità che il Governo compie in Europa, sia a livello regionale dove abbiamo difeso in assemblea i risultati raggiunti in tema di riordino dei conti pubblici e siamo stati in prima linea, con l’opera dell’ex assessore al lavoro Petraroia, nel riconoscimento dell’area di crisi, questi solo per fare alcuni esempi.
Lì dove, a nostro avviso le scelte andavano in direzioni sbagliata, con il peso del lavoro duro e silente abbiamo tentato di apportare i dovuti correttivi.
Il tema è molto più generale e riguarda soprattutto la linea politica che si sta segnando, la direzione in cui si è scelto di mettere la prua della nave, le alleanze strutturali che si vogliono mettere in campo con pezzi di Destra come substrato per modificare antropologicamente e geneticamente la natura e la funzione del PD, tra l’altro in controtendenza con quanto accade nel mondo dove le soddisfazioni maggiori per il nostro campo stanno venendo dal socialismo inglese e statunitense, e quanto è più bella Londra questa mattina, continuo, il problema vero è il disegno del partito della Nazione che mira a dissolvere le stagioni uliviste, la questione morale che non dobbiamo nascondere esiste nel nostro Partito e in capo a tutto le tre grandi questioni che segneranno il nostro percorso da qui a ottobre: la questione democratica, la questione sociale e il ruolo del Partito.
Sulla prima oggi iniziamo in modo ufficiale la strada che porterà al referendum confermativo sulla riforma costituzionale.
Sarà la madre di tutte le lotte, sarò chiaro da subito sui punti salienti che ci porteranno a quell’appuntamento. Innanzitutto siamo profondamente convinti che la Costituzione sia modificabile, anzi vada aggiornata, nella seconda parte per contestualizzarsi a una situazione storica che non è più quella in cui è stata scritta.
Siamo anche convinti, in barba alla retorica dominante sulla modificabilità della Costituzione, che la prima parte, quella dei principi per intenderci, debba essere immodificabile, e sarà anche una banalità, ma dobbiamo dirlo a gran voce, perché lì c’è tutto quanto vale la pena lottare.
Segue per logica che sebbene nessuno abbia intenzione di modificare quella prima parte, nell’andare a toccare pesantemente la seconda bisogna farlo in modo tale che quello che si dice rispetti pienamente e pedissequamente la prima.
Questo perché la Costituzione è una, guai a guardarla a compartimenti stagni in cui la parte operativa non fa, e in qualche caso nega, la parte dei principi.
Ebbene secondo noi, ma anche secondo molti grandi costituzionalisti, questa riforma del Governo Renzi, produce una distorsione tra le parti della Costituzione finendo per svuotare il senso della stessa e di conseguenza dell’esperienza democratica che su di essa trova fondamento e compimento.
Per queste ragioni siamo convinti che nel merito (vi entreremo in modo approfondito già dal prossimo appuntamento facendoci aiutare anche da esperti in materia, oggi non penso rispetti il senso del nostro incontro), e non per altro, questa riforma costituzionale sia sbagliata.
Per queste ragioni molti di noi voteranno NO. Diciamo, anche questo in modo netto, per noi è profondamente sbagliato trasformare il referendum costituzionale in un plebiscito sulla persona del Segretario-Premier.
Lo è per molteplici ragioni, ne indico i principali: la prima è che banalmente Renzi non è importante quanto la Costituzione, se ne facesse una ragione, la seconda è che un’impostazione del genere cela una stortura gigantesca, ossia quella per la quale una persona pro-tempore nei suoi ruoli politici e istituzionali, possa identificare sulla sua persona il concetto di Partito e ancora peggio di Nazione.
Già quest’ultima cosa aprirebbe spazi di discussione infiniti nel quale ricadono la dissoluzione dei corpi intermedi, la fine della partecipazione democratica, ecc…, dal quale vedrò bene dal non annoiarvi.
Il punto è che alla luce di quanto detto, dal nostro modo di vedere le cose vogliamo, perché pensiamo sia giusto, votare NO, aderire ai comitati per il NO e farlo da dentro il PD.
Ma se qualcuno, lo dico con altrettanta schiettezza e franchezza, dovesse pensare di metterci alle strette, di decidere tra la Costituzione e il Segretario, molti di noi senza dubbio alcuno sceglieranno la prima.
Allora come vedete il problema dello stare dentro stare fuori, non è legato alla nostra volontà, ma alle possibilità che di fatto abbiamo di stare senza sentirci ospiti e soprattutto alla possibilità che abbiamo di incidere nei processi, di essere ascoltati e non solo parafrasati come difensori del passato, coloro che tifano per la sconfitta secondo una narrazione che diciamo la verità ha pure scocciato.
In questo perimetro prosegue il percorso della SinistraDem Molise, con la consapevolezza, mi piacerebbe fosse di tutti, che la militanza nel PD riguardi il senso e non il destino di ognuno di noi.
In quest’ottica, il passaggio chiave della Segretaria sull’apertura nel PD Molise a stare dentro manifestando il NO, non solo è di una potenza politica inaudita, ma fa letteratura.
Con questa lettura si compie davvero il pluralismo tanto sbandierato, ma di fatto mal sopportato da troppi.
Questi i veri motivi dei ringraziamenti iniziali, quelli dovuti al coraggio di una scelta che possono metterti anche contro il Capo, ma che difendono un principio.
Ovviamente non siamo una Repubblica a parte e tutti dovremo fare i conti con una storia più grande di noi, dove ognuno deciderà da quale parte del campo giocare la partita, ma da oggi dobbiamo sapere che dopo ottobre nulla sarà come prima.
Al tema della questione democratica. In maniera indissolubile, perché è la Costituzione che lo dice negli artt. 1 e 3, vi è la questione sociale e del lavoro.
Guai a lasciare indietro l’una piuttosto che l’altra, offriremo il fianco a quanti ad ottobre voteranno NO per ragioni che nulla hanno a che fare con la Costituzione, entreremo in un minestrone politico che mira a sostituire il Governo Renzi con governi di natura peggiore, ma soprattutto non adempiremo al compito vero di chi vuole difendere i principi costituzionali.
La prima vera difesa della Costituzione è lo sforzo costante che si deve compiere per la sua vera attuazione. La Costituzione va messa in pratica e non tenuta in bella mostra a mo’ di reliquia. Essa vive la sua incompiutezza nel lavoro più precario del jobs act, nell’uso smodato dei voucher, nelle generazioni che vedranno diminuire il livello di welfare, in quelle che non avranno una pensione dignitosa, in quei luoghi dove non arriva una scuola pubblica di livello e una sanità che soddisfi il diritto alla salute di tutti.
Altro che sorpassata…non è mai stata pienamente attuata! Per queste ragioni, molti di noi stanno firmando i referendum promossi dalla CGIL, mantenendo vivo il dialogo con la sinistra sindacale e sociale.
In ultimo, e mi avvio a concludere, fa da sfondo il tema di come ridare dignità alla partecipazione e alla militanza attiva, di come individuare i luoghi del confronto e della decisione affinché la democrazia rimanga un’attività per tutti. Come SinistraDem Molise abbiamo detto chiaramente come il rilancio del Partito e del suo ruolo sia l’unica vera strada percorribile per rilanciare l’azione governativa. Lo abbiamo fatto con una proposta concreta in Assemblea, lo abbiamo detto negli incontri organizzati e in quelli in cui eravamo invitati.
Lo ribadiamo oggi, in questa sede. Il Centrosinistra è più forte, il Governo è più forte con un PD forte, dialogante e plurale. Concludo veramente, non entrerò negli aspetti già affrontati sulle funzioni dei corpi intermedi e dei Partiti, lo abbiamo già fatto altre volte e ci torneremo in altri appuntamenti, voglio solo concludere tirando le somme attraverso pochi, ma chiari concetti rivolti a tutti noi, nessuno escluso.
Noi siamo pronti, lo siamo sempre stati e lo siamo ancora, a dialogare, ad improntare il rilancio di fine legislatura su punti condivisi, siamo disposti a confrontarci in tutte le sedi, circolo per circolo, in ogni federazione, con chiunque volesse confrontarsi, dentro il PD, ma anche fuori, in quel campo aperto che vuole costruire una Sinistra di Governo, a vocazione maggioritaria, ma fedele ai valori e agli ideali che l’hanno mossa nei secoli, per interpretare, per parafrasare Gianni Cuperlo, lo spirito del tempo.
Grazie!