La pandemia ci impedisce di vivere le relazioni umani, accentua la sofferenza e ci fa sentire più soli. Le comunità spengono le luci e ciascuno è lasciato alle proprie angosce col timore di ammalarsi, perdere il lavoro, chiudere l’attività o ritrovarsi improvvisamente privo di strumenti per andare avanti. Le piattaforme digitali mediano il rapporto studenti-docenti ed i rari momenti di socialità con volti che appaiono e scompaiono da computer o cellulari. Questa sfida inimmaginabile che chiude un’epoca e conduce l’umanità a procedere in una selva oscura, può essere vinta solo se camminiamo, progettiamo, dialoghiamo e costruiamo delle soluzioni solidali insieme. Dopo 40 anni di “Io” declamati dalla scuola economica di Chicago che hanno scomposto la rappresentanza sociale e disegnato un paradigma in cui ciascun individuo pensa solo a sè stesso, siamo obbligati a ricercare soluzioni sanitarie uguali per tutti con reti di protezione pubblica universali. Non sarà semplice riorientare i cittadini verso principi di umanità sanciti prima che nella Costituzione nel Vangelo come ci ricorda Don Luigi Ciotti, ma questa è la strada. L’Unione Europea si è riappropriata della propria civiltà millenaria e ha deciso di affrontare insieme sia la crisi economica che l’emergenza sanitaria con un messaggio valoriale solidale ripreso anche da Joe Biden al di là dell’Atlantico. Come adoperarci in Italia, in Basilicata e nelle nostre comunità, per non smarrire l’umanità, unire le popolazioni e contribuire alla risoluzione dei problemi senza lasciare indietro nessuno? Non abbiamo un libro-guida sul futuro, e nessun analista è stato in grado di prevedere lo scenario della pandemia, benchè i primi contagi da Sars-2 fossero apparsi già dal 2002 nel Sud-Est asiatico. Ciò premesso c’è tanta parte della MEMORIA che abbiamo custodito con ideali, valori, princìpi e insegnamenti che possono tornare ad illuminare i nostri passi. Il 27 Gennaio non è solo l’anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa ma è l’emblema della civiltà che sconfigge la barbarie. La Giornata della Memoria ci permetterà di tenere insieme radici, passato e futuro, ma i diversi eventi promossi dall’ANPI insieme ad altre associazioni, giovani, scuole e istituzioni, mireranno a far riemergere quel “NOI” che serve agli operai della FCA-Sata che dovranno misurarsi con Tavares che esordisce con <..gli amici italiani dovranno affrontare un cammino non facile…>, o alle migliaia di persone che hanno perso il lavoro, a gestire le vaccinazioni anti-Covid con multinazionali che antepongono i propri interessi alla tutela della salute pubblica, ad aiutare i giovani a rialzarsi da un anno di didattica a distanza, a sostenere i precari ad avere un lavoro stabile, a batterci con gli anziani per un sanità pubblica universale diffusa sul territorio e a evitare che i migranti possano congelarsi in Bosnia o naufragare nel Mediterraneo. L’antifascismo è sinonimo di quel “NOI” che deve guidarci fuori dalla selva oscura.
Potenza, 20 gennaio 2021
Michele Petraroia