812 mila morti e 23 milioni di contagiati per COVID nel Mondo, una crisi economica senza precedenti e un crollo del prodotto interno lordo, dei consumi e dei posti di lavoro che rischia di accentuare le disuguanze sociali sia all’interno dei singoli Paesi che tra il Nord e il Sud del Pianeta. L’autunno-inverno si preannuncia inedito e solo un forte clima di coesione come quello che ha indotto l’Unione Europea a stanziare 750 miliardi di euro può attutire parzialmente le ricadute devastanti di una pandemia su famiglie e imprese, in particolare nel Mezzogiorno e nelle aree interne e svantaggiate, già alle prese con atavici problemi di spopolamento, carenze infrastrutturali, tagli del welfare e fuga dei giovani. In un simile scenario, il 30 aprile scorso alcune associazioni di volontariato guidate da LIBERA, ARCI, ANPI e rappresentanze stutendesche, si sono appellate alla Regione Basilicata e a tutte le Amministrazioni Comunali per approntare unitariamente misure straordinarie di tutela per i meno abbienti, per i migranti, per la fasce sociali colpite dal COVID e per garantire il diritto allo studio visto che già solo nel Vulture-Melfese da uno studio della CARITAS emergeva a quella data, un incremento dell’85% delle istanze presentate nei vari sportelli della Diocesi. L’Amministrazione Comunale di MELFI, non limitandosi al solo riparto degli interventi nazionali o regionali, con una doppia variazione di Bilancio, preso atto dell’emergenza, ha stanziato 513 mila euro e con un avviso pubblico ha selezionato n.400 famiglie a cui devolvere aiuti e sostegni. Senza entrare nelle dinamiche di un confronto politico o amministrativo riferito ai criteri di accesso o alle modalità di interlocuzione con gli aventi diritto, sorprende il livore con cui parte della comunità ha reagito a questa misura, come se la paura nata col Covid avesse pietrificato i cuori e esaltato la rabbia verso i beneficiari. Non si tratta di fare i giusti e dovuti accertamenti su ogni istanza accolta, nè di mettere in dubbio che un saggio confronto preliminare con le parti sociali avrebbe agevolato l’individuazione di parametri più stringenti. Ciò che colpisce è la criminalizzazione della povertà, del disagio e della sofferenza. Ed è sul piano culturale che bisogna reagire sollecitando ogni Amministrazione Pubblica a rispettare la Costituzione e ad adottare misure di tutela sociale verso chi ha bisogno. In questo XX° anno del XXI° secolo la storia si è capovolta. Chi non fa nulla è idolatrato, chi tenta di fare parte minimale del proprio dovere diventa la pietra dello scandalo.
Melfi, 25 agosto 2020
Michele Petraroia