PER UN 25 APRILE DI LIBERAZIONE DEI POVERI E DEGLI OPPRESSI.
L’Italia intervenga nelle sedi internazionali a tutela degli operatori di pace che con coraggio raggiungono le aree più povere del mondo per soccorrere le popolazioni locali, aiutare i più deboli e tendere una mano a chi soffre.
Le modalità violente in cui è caduto Giovanni Lo Porto, cooperatore siciliano, sono inaccettabili e non possono più ripetersi perché chi agisce in zone di guerra con strumenti di pace non può morire per l’errore di un intervento sbagliato.
I paesi ricchi del pianeta hanno il dovere di sostenere la cooperazione allo sviluppo in favore delle aree disagiate del mondo sia con politiche di bilancio internazionali eque che appoggino le organizzazioni non governative impegnate in zone di carestia, di guerre e di povertà estrema.
Se non si agisce con concretezza nei paesi di origine per costruire prospettive di futuro ed opportunità, ci si attrezzi almeno per un accoglienza umanitaria nei paesi sviluppati senza alzare steccati o rimanere indifferenti e chiusi nel proprio egoismo.
Alla vigilia di un 25 aprile ci si augura una Liberazione dal bisogno dell’umanità oppressa, violata e calpestata in ogni angolo della terra dove c’è violenza, sfruttamento, fame e malattie endemiche. L’Italia non si faccia catturare da politiche di chiusura verso chi bussa alle proprie porte spinto dalla disperazione per sfuggire alla guerra e alle persecuzioni.
Il Mar Mediterraneo è stato la culla della civiltà da cui sono nate le culture dei diritti umani. Non ci si dimentichi mai che il progresso dei popoli nasce dal dialogo e dall’integrazione.
Campobasso, 24 aprile 2015
Il Presidente
Maria Perrotta
Responsabile di Migranti
Chiara D’Amico