POVERTA’ E DIGNITA’. UN TEMA CHE INTERROGA IL MODELLO SOCIALE E LE COSCIENZE DI TUTTI.
Il dramma di tre suicidi per povertà di Civitanova Marche interrompe la gita fuoriporta dei parlamentari a 5stelle, le polemiche di Renzi e i tentativi di Berlusconi di sottrarsi alla magistratura. La stampa è costretta ad occuparsi dell’Italia reale, del disagio sociale e delle condizioni di difficoltà in cui versano milioni di persone scivolate progressivamente verso un impoverimento insostenibile.
Gli opinionisti che si arricchiscono con polemiche tristi, deprimenti e colme di cattiveria, sono stati obbligati a trattare temi che ignorano senza avere alcuna visione di futuro ne offrire nessun elemento di speranza.
Ed anche il Molise è alle prese con una disperazione crescente, una sofferenza esplosiva e un’esasperazione sociale che da un momento all’altro potrebbe evolvere in ribellismo aperto contro tutto e tutti.
Basta avere il polso della situazione, e conoscere il territorio per toccare con mano le famiglie che fanno la spesa a credito, non pagano fitti, mutui e bollette, rinunciano a curarsi e sono impossibilitate ad usare la macchina, a far studiare i figli e a procurarsi i beni di prima necessità.
I casi concreti si rincorrono, dai migranti che dormono sotto i ponti a Campobasso a chi ha perso il lavoro, a chi non percepisce il salario da mesi fino al piccolo imprenditore, al commerciante, all’artigiano e all’agricoltore stretti nella morsa dei debiti e delle cambiali.
Non sarà la politica a risolvere questi problemi perché non ha strumenti, ha scarsa conoscenza del fenomeno e non gode di credibilità tra i cittadini.
A poco serve l’ipocrisia del giorno dopo che a Civitanova Marche o altrove porta i vicini di casa, il quartiere, la parrocchia, i sindacati e le istituzioni a scoprire che sarebbe bastato vedere, ascoltare e agire il giorno prima con un gesto modesto per evitare quella tragedia.
Spetta a tutti e a ciascuno adoperarsi dal basso con senso di responsabilità, concretezza e dedizione, per alimentare solidarietà, fiducia e speranza nel futuro.
Solo insieme, mutando la scala delle priorità e dei valori di fondo, si potrà intravedere tra mille sforzi, una luce in fondo al tunnel, ma se quella luce non parte dal cuore e dall’animo di ogni uomo non ci sarà istituzione che potrà contrastare con efficacia la povertà, la solitudine, la depressione, lo scoramento ed il pessimismo.
Campobasso, 6 aprile 2013
Michele Petraroia