APPELLO DELLA SINISTRADEM ALL’UNITA’ DEL PD PER RILANCIARE IL CENTROSINISTRA E VINCERE LA SFIDA DELLO SVILUPPO, DELLE RIFORME E DEL LAVORO!
Il Coordinamento Regionale dell’area congressuale SINISTRADEM, riunito a Campobasso il 15 gennaio 2016 ha condiviso la Relazione Introduttiva che si allega, ritenendo necessario un chiarimento politico all’interno del Partito Democratico sull’attività svolta nella prima metà della legislatura regionale al fine di apportare i giusti correttivi sul programma elettorale del 2013 e sugli assetti della Giunta Regionale. A distanza di due anni dal Congresso Nazionale dell’8 dicembre 2013 e del Congresso Regionale del 16 febbraio 2014 bisogna dotarsi sia della Direzione Regionale del Partito che di un Coordinamento più operativo in cui siano presenti i 3 Parlamentari, il Presidente della Giunta, i Consiglieri ed Assessori Regionali, i Segretari delle 3 Federazioni Territoriali, i Presidenti di Provincia e Sindaci di Campobasso, Isernia e Termoli eventualmente iscritti al PD, il Segretario dei Giovani Democratici ed il Segretario Regionale del Partito. Le scelte programmatiche meritano un approfondimento in sede di Direzione Regionale e di Coordinamento oltre che in Segreteria e nei casi più significativi in Assemblea Regionale. Occorrono luoghi di confronto per raccordare l’azione del PD con gli amministratori eletti nei comuni, nelle province, alla regione e in parlamento. Le sfide della peggiore crisi mondiale dal 1929, di una regione con un debito da brivido e di una prospettiva di sviluppo radicalmente innovativa, necessitano di una classe dirigente rigorosa, attenta e impegnata nella risoluzione dei problemi. Un PD diviso non svolge al meglio la propria funzione propulsiva, indebolisce il centrosinistra e non ottimizza il valore aggiunto di una forte rappresentanza parlamentare e di una forte presenza di amministratori eletti nei comuni, nelle province e alla regione. Per questo merita rispetto il gesto della remissione degli incarichi da parte del Vice-Presidente della Giunta che non avanza alcuna richiesta personale e conferma con lealtà il proprio sostegno al Presidente della Regione e al centrosinistra fino al termine della legislatura. L’obiettivo della chiarezza del progetto politico viene prima dei ruoli dei singoli eletti e la funzionalità del PD serve a tutto il centrosinistra. Con uno scatto di responsabilità collettiva si potranno risolvere queste due questioni politiche nell’interesse del Molise e nel rispetto degli impegni assunti da tutto il partito e dall’intera coalizione nei confronti degli elettori nel 2013.
Campobasso, 16 gennaio 2016
Coordinatore Regionale SINISTRADEM Molise
Nicola Palombo
Relazione di Nicola Palombo al Coordinamento Regionale di SinistraDem del 15 gennaio 2016
RILANCIARE IL PD PER UN CENTROSINISTRA CHE CAMBIA IL MOLISE
LE PROPOSTE DELLA SINISTRADEM
“Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia…”
Questi i primi vagiti della Democrazia.
Pericle con il “Discorso agli Ateniesi”, era il 431 avanti Cristo. Con queste parole nasce un nuovo modo per gli uomini di stare sulla Terra, di pensare i rapporti fra simili, i rapporti tra i Popoli, un modo nuovo di pensare al concetto di giustizia, di eguaglianza e di libertà.
In poche parole, i primi passi di un cammino bello, lungo, difficoltoso, che noi tutti ancora oggi ci sentiamo chiamati a proseguire. Sono quelle parole, che nel loro senso più profondo hanno già i segni distintivi di ciò che siamo oggi, che ci muovono a riunirci, parlare, discutere e confrontarci.
In quel breve discorso è racchiuso un testamento per l’umanità, già in quelle prime righe vi è una forza incommensurabile rispetto a quanto, troppo spesso, siamo chiamati a commentare, a sentire.
In un modernismo post-ideale che sta svuotando Partiti e Politica: quella grande, quella bella, per l’appunto quella di Pericle.
Ebbene, di quel discorso vi è un passaggio, su cui vorrei che tutti ci soffermassimo a riflettere.
“…Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia…Qui ad Atene noi facciamo così.”
Più di 2400 anni fa, non solo veniva definita la Democrazia e veniva descritta nelle sue caratteristiche principali, veniva detto anche il modo con cui essa si sarebbe espressa: la discussione.
Allora il mio saluto nei vostri confronti, fatto di stima e sono sicuro di reciproche convinzioni, non poteva non iniziare così. Perché in fondo quanto detto potrebbe sembrare astratto, invece è proprio ciò che dobbiamo perseguire, ognuno di noi.
Proveremo nel prosieguo, con più concretezza a spiegare il perché, entrando nel merito delle cose,
ma non dimenticando mai qual è la rotta, perché per come ci siamo strutturati, per le cose che ci siamo sempre detti, abbiamo il dovere di rimettere al centro dell’attuale dibattito politico, dell’attuale confronto nel Partito Democratico, una discussione seria, sulle basi dello stare insieme,
dell’essere comunità, dell’essere Partito, sui principi valoriali e ideali che ciò comporta e sui metodi con i quali tali principi si esercitano.
Questo è il ruolo che dobbiamo darci. Questi gli obiettivi da prefissarci. Senza arroganza o presunta supremazia etico-morale sugli altri amici e compagni di Partito, ma con l’umiltà e l’abnegazione di chi vuole fornire un contributo, per cambiare in meglio.
Ci siamo lasciati sabato scorso, 9 gennaio. La mattina in un Coordinamento come questo. Bello, partecipato, emozionante e intenso in alcune sue parti.
Chi c’era sa di cosa sto parlando!
Il pomeriggio in Assemblea Regionale, in un clima molto diverso per tante ragioni. Ora, io non penso che il modo giusto per contribuire alla discussione sia quello di mettere in evidenza le tante,
forse troppe cose che non hanno funzionato nella gestione di quell’Assemblea.
Una cosa però è certa e la dico qui, da subito, in modo diretto, l’Assemblea regionale deve essere riconvocata il prima possibile dall’Ufficio di Presidenza, affinché si concluda il dibattito e si votino i documenti programmatici. Perché non ci piace un Partito ingessato utile solo a chi ama fare melina, un Partito che non decide, non incide e non è utile alle persone.
E ancora, perché l’Assemblea è il massimo luogo di rappresentanza e di confronto del nostro Partito, non la si usa per portare avanti percorsi personali, tantomeno la si svilisce con atteggiamenti di basso profilo.
Per questo, invece, rivendico il lavoro serio fatto dagli amici della giovanile, che con un documento hanno raccolto proposte, idee e progetti. Rivendico con più forza ancora il lavoro svolto da noi della SinistraDem. Abbiamo contribuito alla discussione con un’analisi strutturata su tre piani: dove si trova il Governo regionale, qual è il ruolo del partito all’interno del quadro che abbiamo dinanzi e dove vogliamo andare come Partito e come Sinistra.
Non ritornerò su tutto, ma da qui dobbiamo per forza di cose ripartire oggi. Abbiamo contribuito con una proposta concreta, tramite apposito OdG, alla ricerca di soluzioni che permettano di approcciare l’attuale fase di verifica politico-istituzionale in modo collegiale, concertato.
Anche in questo caso, una proposta su cui torneremo, di cui spiegheremo la ratio, ma della quale voglio da subito ringraziare alcuni dei nostri delegati, che si sono fatti materialmente portavoce delle nostre istanze, realizzando e presentando il provvedimento.
Per il lavoro svolto, la passione, la voglia di vedere un Partito che funzioni di più,che sia baricentrico per la vita politica, istituzionale e sociale di questa Regione, per tutte queste ragioni, non indietreggeremo di un millimetro su questa posizione e lo diciamo tutti insieme in maniera chiara, netta e decisa.
Veniamo quindi al motivo del Coordinamento di oggi, al perché sentiamo la necessità di questo ulteriore momento di riflessione, dopo quello del 9 gennaio, dove pure abbiamo posto con fermezza i temi che ci sembravano prioritari. Le ragioni sono semplici. Abbiamo posto un tema, il più alto e serio possibile.
Intendiamo andare fino in fondo. Già di per sé il titolo è emblematico.
“Rilanciare il PD per un centrosinistra che cambia il Molise. Le proposte della SinistraDem”. È una dichiarazione d’intenti sul ruolo del PD nel centrosinistra, ma non solo. Ancora prima, racchiude il messaggio forte che abbiamo lanciato sul ruolo dei Partiti nelle moderne democrazie.
Concetto che è vero e proprio spartiacque di due mondi, due visioni, due concezioni dell’azione politica. Tuttavia già nel titolo sono racchiusi anche i temi della necessità di cambiamento che bisogna riuscire ad imprimere al governo e della necessità di riformismo di cui dobbiamo essere portatori sani. Per rispondere ai tanti interrogativi, anche questa volta procederò per macro-punti, sia per essere meno dispersivi, sia per lasciare il giusto tempo alle altre riflessioni.
PARTITO DEMOCRATICO – RUOLO E FUNZIONAMENTO
Sul ruolo dei Partiti in generale,come portatori delle istanze delle masse all’interno dei processi decisionali,ci siamo già soffermati a lungo l’altra volta.
È il centro del discorso. È l’obiettivo da perseguire per avere una democrazia sana, così come pensata dagli Ateniesi per capirci.
Più nello specifico, e calato nella nostra realtà, vuol dire sul lato del ruolo avere un PD baricentro, fulcro dell’attuale e futura coalizione di centrosinistra, in una logica dove si riscopra la primogenitura ulivista del progetto. No al pericoloso “Partito della Nazione” che non distingue, che si presta ai trasformismi, alla larghe e larghissime intese, alla supremazia della tattica sulla strategia, e quel che è peggio si appiattisce sull’impoverimento culturale dettato dal pensiero unico.
Questo vuol dire che esiste un campo diviso in due dal punto di vista culturale e valoriale, che esiste un limite netto da non oltrepassare mai, dove banalmente far parte di una parte del campo è molto diverso che far parte dell’altra parte. Questo vuol dire definire i limiti delle alleanze, già per le prossime amministrative. Questo vuol dire rispettare e riconoscere l’importanza delle formazioni civiche, ma che queste non possono essere considerate alla stregua del Partito.
Non è la stessa cosa mettere insieme un po’ di persone sotto una sigla, dandosi quando va bene una carta programmatica, con un soggetto che ha alle spalle decenni di storia, rappresentanze in Europa, a Roma e in migliaia di enti locali. Non può e non deve essere la stessa cosa. Ha la medesima dignità si, ma non può avere la stessa valenza politica.
In questa logica ho espresso e ribadisco il mio giudizio positivamente articolato sulla relazione della Segretaria regionale. Importanti i passaggi sulla: responsabilità, intesa come necessità di dare risposte concrete in questa seconda parte del mandato, pensando ai riassetti istituzionali, ma anche alla gestione della programmazione europea; riaffermazione dei valori democratici; unità del Partito
e nuovo patto fondativo, interno al PD fra le sue anime e fuori dal PD con gli elettori. Molto altra strada c’è da percorrere. Un percorso di sintesi vero tra le anime, tra le parti del tutto, solo così la diversità culturale diventa ricchezza, dove ognuno può trovare cittadinanza, solo così si oltrepassa un congresso che nei fatti è finito l’8 dicembre 2013. Un percorso di costruzione di ponti con pezzi del tessuto sociale e sindacale oltre che politico.
Un percorso di salvaguardia dei beni comuni (penso alle lotte che dobbiamo portare avanti contro le trivellazioni petrolifere al largo delle Tremiti, alla mobilitazione da fare in questi giorni per difendere il DDL Cirinnà sulle unioni civili). Un percorso di coltivazione di un campo aperto, largo, inclusivo, ma con soggetti con cui si condividono valori e strategie.
Per mettere in pratica tutto questo dobbiamo per forza di cose intervenire sul lato del funzionamento del Partito.
Ribadiamo con forza la disponibilità a dialogare con tutti coloro i quali vogliono un Partito che funzioni, perché pensano che così migliori la democrazia della regione e la qualità dell’azione di governo. Bisogna al più presto concludere la formazione degli organi di partito preposti. La direzione regionale è una priorità, credo che possa essere inserita già nell’OdG della prossima Assemblea regionale.
Prima ancora la costituzione del Coordinamento, oggetto della nostra proposta.
Lo diciamo da subito, non è un luogo che si sostituisce agli organi ufficiali quale la Direzione.
Non è, come ho sentito da qualche dirigente, un Direttorio.
È semplicemente un luogo di confronto orizzontale, dove si può discutere, da subito, nel merito delle tante questioni che attanagliano il nostro territorio e la nostra gente, perché se è vero che a tutti noi stanno cuore, dobbiamo sapere che il tempo a disposizione è pochissimo e non va sciupato.
È un ulteriore luogo di confronto che nulla toglie a quelli ufficiali, anzi offre un contributo in più, una sponda in più in alcuni casi particolari.
RAPPORTO PD/GOVERNO
Lo diciamo da subito.
Il governo regionale è e sarà tanto più forte nella misura in cui ha alle spalle un PD dialogante, luogo di sintesi e confronto sulle decisioni strategiche di lungo e medio periodo.
È un fatto di metodo dell’esercizio democratico della governance. Viene prima delle scelte specifiche che possono essere apprezzate o meno. Questo è il rapporto stretto che con fatica dobbiamo costruire.
Un rapporto di scambio e fiducia reciproca, nel rispetto della diversità delle funzioni. Un rapporto che non deve mai essere subalterno, ma che al contrario stimoli la riflessione, il dibattito e ricerchi strenuamente una sintesi delle varie posizioni, degli interessi da rappresentare, sempre nell’ottica del perseguimento del bene comune.
Per questo nel ribadire, come peraltro abbiamo già fatto l’altra volta in modo argomentato, l’appoggio a questo Governo regionale, per il lavoro duro e serio improntato in un clima di difficoltà, diciamo altresì che bisogna apportare i necessari correttivi al programma elettorale del 2013, verificare i risultati raggiunti ed individuare con spirito costruttivo le priorità strategiche da perseguire nella seconda parte della legislatura regionale.
Alle tante cose fatte: il risanamento dei conti, lo snellimento della macchina amministrativa, il risultato del riconoscimento dell’area di crisi, la programmazione europea arrivata nella sua fase di gestione con i circa 360 mln del POR FESR/FSE, i circa 200 mln del PSR, il lavoro di collegamento del tessuto infrastrutturale materiale e immateriale ai corridoi nazionali ed europei , i bandi per l’occupazione e quelli per l’innovazione tecnologica, la sanità con l’avvio dell’uscita dalla fase di commissariamento, la differenziata che da giugno si intenderà estendere ai 136 comuni, il piano sociale, e il sostegno al reddito per centinaia di lavoratori investiti dalla crisi.
Bisogna aggiungere come priorità: le riforme degli Enti, a partire dai Consorzi Industriali, dagli EPT, Sviluppo Italia e Molise Dati, snellire e semplificare la pubblica amministrazione attraverso la digitalizzazione in favore dei cittadini e delle imprese, abbassare la pressione fiscale sulle imprese per creare lavoro stabile e sviluppo, tutelare l’ambiente da trivellazioni e dissesto idrogeologico, valorizzare il patrimonio culturale, riorganizzare i servizi associati dei comuni, recuperando in una visione complessiva le competenze delle Province e delle ex-Comunità Montane, per coordinare operativamente la rete della pubblica amministrazione sul territorio, rilanciare il tema forte della Macroregione, e quello della riforma della legge elettorale regionale, che dia peso ai territori, elimini listino e voto disgiunto, renda stabile il governo senza escludere la rappresentanza.
Dobbiamo fare tutto questo perché ne ha bisogno il Molise e perché ci eravamo impegnati in questo senso con i molisani. Possiamo farcela solo con un Partito che mobiliti i territori, gli iscritti, i simpatizzanti, tutta la sua classe dirigente, in un dialogo continuo nel Partito e con le Istituzioni.
In quest’ottica abbiamo difeso il grande lavoro svolto da Michele Petraroia come assessore.
Abbiamo apprezzato il gesto della remissione delle deleghe prima nelle mani del Segretario e poi del Presidente, perché sottintende un idea, una visione dove la squadra e il progetto politico vengono prima delle carriere personali, perché sottintende la volontà di facilitare il dialogo in una fase delicata, dove tatticismi e personalismi diventano terreni sui cui far proliferare spaccature e irresponsabilità.
A lui ribadiamo la nostra convinzione che un governo senza la rappresentanza da lui portata in dote,
sarebbe un governo meno forte e soprattutto meno di Sinistra. A lui riconfermiamo la nostra stima politica prima che umana.
DOVE ANDARE/SFIDE FUTURE
Concludo con le sfide che abbiamo dinanzi. Sarò brevissimo.
Ci aspetta una lunga battaglia culturale sul tema della riaffermazione della Politica. A questa battaglia segue quella per la riaffermazione dei luoghi della rappresentanza democratica, sempre più svuotati di senso e contenuto. E poi la capacità di intercettare i grandi temi che ci si pongono dinanzi: i grandi temi ambientali dei mutamenti climatici, quello della gestione dei flussi migratori e della povertà, dell’uso delle risorse, dell’indipendenza energetica e alimentare.
Su tutto la riflessione sull’arretramento del pensiero socialista, della sua incapacità di non rappresentare più soluzioni e modelli credibili. Allora rimbocchiamoci le maniche perché tanto c’è da fare. Iniziamo dal nostro piccolo, con la consapevolezza che a piccoli passi vengono percorse le strade più sconfinate. Facciamolo perché Politica è bella, è servizio, militanza, partecipazione attiva, senso del dovere, responsabilità, etica, coerenza e onestà.
Facciamolo insieme perché non accorgendosene magari lasceremo il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Facciamolo per segnare un distacco netto con chi ci dice che quello in cui crediamo è impossibile da realizzare, mettiamo le nostre energie verso le cose di cui abbiamo parlato, solo così nel nostro piccolo potremmo dire, come Pericle migliaia di anni fa, “Nel PD noi facciamo così. Nel centrosinistra noi facciamo così. in Molise noi facciamo così”.
Grazie!
Nicola Palombo
Coordinatore Regionale SinistraDem
Assemblea Nazionale Partito Democratico