Un gruppo di professori di filosofia diedero vita a metà degli anni settanta, in Argentina, ad una formazione parlamentare fascista denominata “TRIPLA A” a cui affidarono il compito di purificare la scuola e la chiesa. I loro riferimenti ideologici erano il nazifascismo, l’intolleranza, il razzismo, l’autoritarismo e la xenofobia.
Perseguitarono, picchiarono, sequestrarono e si macchiarono dei peggiori delitti con una brutalità senza pari e una ferocia disumana.
Nel gennaio del 1975 prelevarono con le armi Padre Giuseppe Tedeschi nel Barrios/Favelas di Villa Itatì alla periferia di Buenos Aires dove viveva insieme ai suoi poveri, diseredati, rifugiati e immigrati provenienti da Bolivia, Paraguay, Cile, Perù, Uruguay.
Dopo orribile torture che ne sfigurarono il corpo lo assassinarono il 2 febbraio del 1976, imputandogli la responsabilità di organizzare gli oppressi e lottare insieme a loro per l’acqua, la scuola, le cure sanitarie, i generi di prima necessità e una vita dignitosa.
Il fascismo a 30 anni dalla fine della 2° Guerra Mondiale continuava ad essere l’ideologia da seguire per i dittatori di tutto il mondo da Videla a Pinochet passando per Somoza e per i tanti caudilli che imperversavano dal Nicaragua alle Filippine.
Ciò che colpisce è la scarsa memoria degli orrori compiuti dal nazi-fascismo nel Novecento con milioni di morti passati per il camino, torturati, perseguitati, discriminati e oppressi. È triste constatare che l’Europa, patria della civiltà greca e romana, guida il rilancio dell’ideologia fascista come risposta ai danni procurati dalla globalizzazione con partiti, leader e manifestanti in piazze sempre più estese da Varsavia a Parigi passando per Vienna, Bratislavia, Berlino, Praga, Zurigo e Budapest.
In Italia tornano le ombre delle croci uncinate, sfilano le teste rasate dei naziskin come fossero boy scout, riemergono simboli oscuri e un crescente numero di episodi destano allarme per una cultura obbrobriosa con cui non si è mai rotto per davvero altrimenti non si comprenderebbe perchè a distanza di 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione c’è ancora chi non si riconosce nel 25 Aprile, nel 2 Giugno e nei principi democratici posti a fondamento della nostra libertà.
Per queste ragioni l’Associazione “Padre Giuseppe Tedeschi” aderisce all’appello “MAI PIU’ FASCISMI” sottoscritto dall’ANPI, da CGIL-CISL-UIL e da numerose associazioni, movimenti e partiti politici.
Non si sottovaluti il pericolo e si prenda coscienza che il silenzio non basta a fermare i mostri della storia e non per niente Giacomo Matteotti, assassinato dagli squadristi di Mussolini, sosteneva: “IL FASCISMO NON È UN PENSIERO, E’ UN CRIMINE”.
Campobasso, 04 gennaio 2018
La Presidente
Maria Perrotta
La Coordinatrice
Elisabetta Brunetti