L’art. 2 della Costituzione Italiana sancisce: < La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale. >.
Nel successivo articolo 3 al primo comma viene ribadito: < Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. >.
Nonostante la limpida definizione dei diritti costituzionali che regolano la libertà individuale, persiste in Italia a 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, un diniego di fatto della parità di trattamento tra tutti i cittadini, e prosegue la discriminazione sostanziale, in forme più o meno accentuate, per motivi di sesso, razza, lingua, religione o condizioni personali. Non mancano i ritardi attuativi nella legislazione ordinaria dei diritti individuali sanciti negli art. 2 e 3 della Carta Costituzionale e permane un clima oscurantista in cui il senso comune prevale sia sulle leggi che sui regolamenti internazionali e perfino sul buonsenso. Pur di trarre vantaggi di corto respiro c’è chi alimenta una contrapposizione verso tutto ciò che non rientra nel conformismo vigente fino a giungere ad affermazioni gravi che ledono la dignità dei cittadini che hanno un diverso orientamento sessuale, colore della pelle o appartengono a minoranze etniche, linguistiche o culturali. Contro questa regressione civile occorre mobilitarsi, nel segno della Costituzione, e impegnarsi al fianco di ciascun cittadino a cui è negata, di fatto o limitata, la propria libertà individuale, ricordando l’ammonimento storico ben descritto nella straordinaria poesia, attribuita per errore a B. Brecht, in cui si additava la complice indifferenza di chi aveva assistito alla persecuzione prima dei Rom, poi degli omosessuali, quindi dei malati psichici, e dopo ancora dei comunisti, fino ad arrivare alla propria persecuzione e non avere più nessuno a cui rivolgersi per avere aiuto.
La libertà di tutti nasce dalla libertà di ciascuno, per questa ragione oggi chi si riconosce nella Carta Costituzionale sarà in piazza a Campobasso per unirsi ai tanti cittadini che rivendicano la libertà della propria scelta di orientamento sessuale senza che ciò ne determini discriminazioni.
Campobasso, 28 luglio 2018
Il Vice-Presidente ANPI Molise
Michele Petraroia