Nessuno dei 136 comuni molisani ha accolto l’appello dell’Assessorato Regionale alle Politiche Sociali e quindi al 28 aprile nessun comune ha risposto all’Avviso del Ministero dell’Interno per l’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati per il periodo giugno-settembre 2015. Bambini rimasti orfani per aver perso i genitori durante il tragitto o arrivati in Italia da soli, in condizioni di fragilità e di bisogno, che aspettavano un gesto concreto più che parole di solidarietà prive di effetti pratici.
Una sconfitta amara che deve indurci a riflettere insieme alla nota di solidarietà dell’Ambasciata della Tunisia in Italia che si sofferma sulla tragica morte del giovane migrante impegnato nella raccolta delle olive in Basso Molise. È nostro dovere osare di più sui temi dell’accoglienza umanitaria, chiedere spiegazioni sui tempi troppo lunghi per il rilascio dei permessi di soggiorno e/o dello status giuridico di rifugiato e/o di richiedente asilo, rompere il cerchio dell’indifferenza e superare i pregiudizi di chi cavalca gli egoismi e le paure.
Bisogna riprendere il filo dell’accoglienza e spiegare alle comunità locali che è inutile tenere strutture vuote, i conventi chiusi e le case disabitate, a fronte di una esigenza umanitaria in cui ci si chiedeva di ospitare per 7 mesi 50 minori stranieri anche in più comuni. Ne sarebbero stati sufficienti n.5 per n.10 bimbi/ragazzi a testa, che avrebbero consentito a n.50 mediatori culturali, psicologi, interpreti, assistenti sociali e personale tecnico di impegnarsi professionalmente secondo leggi e contratti di lavoro.
Dobbiamo tornare ad approfondire le molteplici opportunità delle nostre aree interne che vedrebbero riaprirsi sia le scuole che le speranze per progettare un futuro multiculturale ed interdipendente utile a rilanciare e rimotivare i comuni delle zone svantaggiate.
Questo è l’impegno a cui dedicare energie, amore per il prossimo e competenze tecniche.
Questa la strada maestra per tanti neolaureati dell’Università del Molise che potrebbero mettere a frutto nella propria terra i saperi acquisiti anziché andare via in cerca di opportunità più teoriche che reali.
Campobasso, 4 maggio 2015
Il Presidente
Maria Perrotta
Responsabile di Migranti
Chiara D’Amico