Alla cortese attenzione
Parlamentari Partito Democratico:
Paolo Corsini, Nerina Dirindin,
Luigi Manconi, Claudio Micheloni,
Massimo Mucchetti, Lucrezia Ricchiutti,
Walter Tocci, Luisa Bossa,
Angelo Capodicasa, Franco Monaco
Oggetto: Referendum Costituzionale.
La Costituzione merita rispetto e và attuata senza accanirsi nella deformazione di n. 47 articoli su n. 138 che ne mutano i tratti, come avete ben riportato nel vostro coraggioso documento.
È preoccupante la banalizzazione di una materia di tale delicatezza ad opera di un Governo che in assenza di risultati apprezzabili in materia economica ed occupazionale, si è posto alla testa di posizioni populiste per offrire un capro espiatorio ai cittadini, una sorta di totem da abbattere per aprire una nuova ed illusoria stagione di sviluppo, crescita e benessere sociale.
La nostra Costituzione non ha impedito nel periodo 1948-1978 l’adozione di misure di civiltà, di conquiste democratiche e di provvedimenti che hanno consentito ai ceti popolari meno abbienti di accedere a opportunità più avanzate, tutele più efficaci e sistemi di protezione sociale più equi.
Ipotizzare una semplificazione rabberciata del modello istituzionale mette a repentaglio la funzionalità del sistema, con il rischio che si crei una paralisi amministrativa dovuta ai prevedibili contenziosi tra Senato e Camera dei Deputati, e tra Governo e Regioni.
Sono convito che la libertà di opinione su materie attinenti la Carta Costituzionale sarebbe stato giusto riconoscerle verso tutti i militanti, gli iscritti e dirigenti del PD, votando l’ordine del giorno presentato da Gianni Cuperlo e Roberto Speranza nella Direzione Nazionale del 4 luglio 2016, che mirava a garantire piena agibilità politica anche ai sostenitori dei Comitati per il NO al disegno di riforma Costituzionale Boschi – Renzi.
Il PD con una decisione antistorica scelse di bocciare quella posizione che rasentava l’ovvietà ed era in linea con il disposto statutario e con il buonsenso, mettendo alla porta o costringendo i sostenitori del NO ad agire in modo clandestino o a livello personale.
Quale Vice – Presidente Regionale dell’ANPI non potevo permanere nell’equivoco su una materia di simile rilievo ed ho scelto la Costituzione, ma prendo atto con straordinaria positività del vostro gesto che rompe lo schema sterile dello scambio tra legge elettorale e Carta Costituzionale, e restituisce alla questione il giusto rilievo di merito su cui poco si è dibattuto nel PD e nel centrosinistra.
A chi è avulso da tatticismi esasperati, interni o esterni, ed intende semplicemente salvaguardare la Costituzione da una riforma sbagliata, il vostro documento conferma e amplia le giuste ragioni già individuate dall’ANPI per un NO motivato e di merito.
Distinti saluti.
Campobasso, 9 agosto 2016
Michele Petraroia
no-al-referendum